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Perché non istituire l’insegnamento di “praticità e concretezza” a scuola? La vita è diversa da ciò che ci presentano i libri

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La scuola è lontana dal mondo del lavoro e dalla vita vissuta di tutti i giorni? Propongo un rimedio: istituiamo l’insegnamento di “praticità e concretezza”.

Accanto alle proposte di insegnare cose più o meno giustificate, più o meno strampalate, ci può stare pure questa! Vale a dire insegnare che nella vita purtroppo la realtà è spesso e volentieri diversa da quella che ci presentano i pur rispettabilissimi libri sui quali studiamo i classici, i favolisti, su cui impariamo cose belle ed edificanti. Insegnare che non sempre i buoni vincono e i cattivi vengono sconfitti, che non sempre “vissero tutti felici e contenti”.

In tal modo i giovani apprenderanno che la realtà a volte è ben diversa da quello che si auspica sui libri. Il che non significa abolire lo studio proposto finora, ci mancherebbe. Significa insegnare la differenza fra teoria e pratica, che a volte coincidono, altre volte purtroppo no. Avremmo così giovani cittadini più preparati ad affrontare le sfide che inevitabilmente la vita prima o poi proporrà loro.

Daniele Orla

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