Buon giorno. Sono un’insegnante con 40 anni di servizio in un liceo scientifico di Pavia, in pensione. Ho letto stamane alcune affermazioni, firmate, mi sembra, Davide Bruschi, sulla “necessità” di riaprire tutti i costi le scuole superiori e sui quesiti da Lui posti. Condivido pienamente tutto quanto il professore dice.
Vorrei solo porre due quesiti e fare una affermazione che ho imparato dai miei docenti:
1) vogliono sperimentare sulla pelle della scuola quanti ne devono ancora morire a causa del virus?
2) Una volta morto un membro della scuola o un nostro caro, chi denunciamo? Il Preside? Il governatore regionale? Il governo….E’ vero che denunciare non ci restituisce il nostro caro, ma se almeno avessimo il colpevole potremmo avere la soddisfazione di vederlo in carcere! Invece il colpevole a quanto pare non c’è.
3) E’ proprio vero che “chi non sa fare non sa neppure copiare”.
Se l’anno scorso con poche settimane di lockdown totale proprio in questo periodo, siamo arrivati all’estate con i contagi quasi azzerati, al punto da far dire ad alcuni virologi che il virus era clinicamente morto e avremmo poi potuto tenerne il tanto auspicato tracciamento, mi chiedo perchè non ripetere l’esperienza ora che ne abbiamo maggior necessità per i vaccini ed i test diagnostici, come dicono ad esempio i prof. Crisanti e Galli, che non ne hanno sbagliata una?
E’ proprio vero che chi non sa fare non sa neppure copiare!
Distinti saluti
Lorena Nascardi Andreoni
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