Per il sindaco di Milano Beppe Sala non esistono ragioni certe secondo le quali non siano state riaperte le scuole, almeno in alcune regioni italiane che non hanno avuto il numero di contagi della Lombardia, ad esempio. E aspetta di conoscere i piani della task force del Ministero dell’Istruzione.
Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, il primo cittadino di Milano parla di scuola: “Va confermato quando si riapre perché ancora oggi non esiste una certezza. E comunque non provino a riaprirle solo dopo le elezioni del 20 settembre per decisione del ministero o delle Regioni“. Secondo Sala, “esistono altre soluzioni. Ad esempio il sindaco di Copenaghen mi ha detto che darà una parte degli uffici comunali alle scuole per garantire il distanziamento. Ma noi no, siamo sempre diversi. Ma essendo sempre diversi in questo caso non rischiamo di essere i peggiori?”
“Aprire la scuola è anche una scelta politica. Non solo tecnica – spiega Sala -. Capisco che la mia regione è un territorio particolarmente funestato dalla pandemia, però qualcuno mi dovrebbe spiegare perché in Francia aprono il 22 giugno per i ragazzi fino a 15 anni e una serie di regioni italiane, praticamente non toccate dalla pandemia, non riaprono. Questa idea per cui “lo dice la scienza” e quindi si ributta la decisione sui tecnici non mi convince“.
Sala lancia qualche perplessità anche sul comitato di esperti del Ministero dell’Istruzione: “Da quello che mi risulta la task force di Colao non è intervenuta sul sistema scuola perché c’è una task force che dipende direttamente dal ministero dell’Istruzione e dalla ministra Azzolina. Resta il fatto che i temi di cui si è occupato Colao sono diventati pubblici, mentre della task force del ministero non si sa ancora nulla“.