Cari colleghi, precari e di ruolo,
riporto di seguito le motivazioni per cui queste assunzioni sono da respingere e da considerare una trappola, mettendo a rischio, non solo il ruolo per chi è iscritto in GAE e per tutti coloro che hanno maturato diritto all’assunzione, ma, ancora di più, perchè rischiano di creare pericolosi precedenti, introducendo anche nel pubblico impiego modelli contrattuali con sempre meno tutele.
Insieme ai precari “stabilizzati”, secondo questi “nuovi criteri”, entrerà nella scuola il “virus” di una precarietà, per cosi dire, istituzionalizzata a tempo indeterminato, in modo occulto.
Vediamo perché, e perchè preferirei essere assunta (ormai l’attesa si attesta al max a 2/3 anni) secondo “naturale” scorrimento ed esaurimento GAE, su posti vacanti e disponibili, meglio dire “posti cattedra” che il DDL definisce “comuni” e non su “posti funzionali” da tappabuchi in vetrina e alla mercè dei DS.
– Per come avverranno le assunzioni secondo il DDL, forzando naturale scorrimento (a mio parere per mere ragioni propagandistiche), il rischio è: che gli ultimi posizionati, nella migliore delle ipotesi, dovranno accontentarsi di discutibili “posti funzionali”, insegnando in cdc non di loro pertinenza, come tappabuchi e supplenti, o finire addirittura, per indisponibilità di posti negli albi regionali, in albi nazionali venendo chiamati per X provincia in qualsiasi luogo. In caso di mancata accettazione, decadrebbe secula seculorum il diritto all’assunzione. Secondo il ddl, è chiaro che non tutti potranno essere “allocati”, correndo forti rischi, una volta decadute le GAE e le GM dei vecchi concorsi. Non conviene aspettare?
Nel caso di “fortunata assunzione”, i “fortunati” sarebbero comunque ASSUNTI DI SERIE B, perchè:
– I neo assunti avranno ruolo regionale e non più provinciale (art.7, comma 4) perdendo titolarità di cattedra; inseriti in albi regionali, divisi in liste provinciali e subprovinciali da cui verranno selezionati per chiamata diretta da parte dei digerenti, senza tener conto dei punteggi e a seconda di specifiche necessità, mutevoli nel tempo.
(tra un docente in maternità e uno no, chi sceglierebbe il DS?)
– I neo-assunti avranno incarichi di durata triennale, in base alle altalenanti esigenze d’istituto espresse nei piani dell’offerta formativa stabiliti ogni tre anni, nel limite delle risorse finanziarie disponibili (art.7, comma 3, lettera a).
(i nuovi docenti di ruolo non dismettano le valigie, il capogiro dei cambi cattedra continua)
– I neo-assunti verranno chiamati ad insegnare anche su classi di concorso diverse da quelle per la quale posseggono abilitazione, purché con titolo di studio valido all’insegnamento (art.8, comma 6).
(cosa hanno in meno rispetto a quelli che li hanno preceduti?)
– Per i neo-assunti anche l’anno di prova, per l’effettiva immissione in ruolo, sarà irrigidito da criteri diversi da quanto stabilito dal DL 297/94: “in caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il dirigente scolastico provvede alla dispensa dal servizio con effetto immediato, senza obbligo di preavviso” (art.9, comma 5).
– Ma la ferita più cogente alla dignità del lavoratore viene aperta dall’art 12, comma 1, del DDL: che sulla base del divieto di reiterazione dei contratti oltre 36 mesi (su posti vacanti e disponibili) stabilisce l’impossibilità di ricevere incarichi su quelle posizioni, per coloro vicini a quel “traguardo”. Un paradossale capovolgimento: il Governo, anziché rispettare quanto stabilito dalla direttiva 99/70/CE , e procedere all’assunzione per quei lavoratori vicini a quella soglia, aggira il problema, optando per lavoratori usa e getta, prima che arrivino a maturare quel diritto.
Gli effetti e le modalità di questa nuova gestione delle risorse umane verrà estesa anche ai docenti di ruolo precedentemente assunti, all’inizio solo in caso di mobilità territoriale e professionale, per poi mano mano entrare a regime per tutti (art.7, comma 4).
Il Governo Renzi regala ai precari un futuro da tappabuchi di ruolo e da insegnanti itineranti, in bella posta in albi vetrina, alla mercé di dirigenti non sempre all’altezza di scelte di “merito”. Queste sono le sue sbandierate assunzioni.
Invitiamo anche i mezzi di informazione a dare voce e seguito a quanto qui dichiarato, ritenendo si stia dando poca risonanza alla “qualità” di queste assunzioni, alimentando una propaganda che tradisce il puntualizzare e l’entrare nel merito delle questioni.
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