Su circa 71500 candidati, solo 32 mila sono stati ammessi alla prova orale per il concorso a cattedra, mentre il 55,2% non l’ha superato.
E i bocciati accusano il concorsone di poca serietà, di griglie di valutazione poco chiare e diverse da regione a regione, di giudizi troppo soggettivi.
Vanityfair.net ha intervistato alcuni di questi prof.
R.R., piemontese, insegnante di sostegno da due anni, fa parte del Gruppo sostegno Piemonte, e aveva appena conseguito l’abilitazione: «Abbiamo frequentato un corso di un anno, spendendo 3200 euro, con obbligo di frequenza, molte ore di tirocinio e laboratori. Abbiamo fatto sacrifici e, dopo un mese dall’abilitazione, ci hanno messo fuori, nonostante i posti ci siano e gli abilitati in sostegno siano pochissimi». Per essere considerati idonei ci hanno messo un anno. «Qui hanno preteso che, in 15 minuti, senza poter utilizzare neppure un foglio e una penna per ordinare le idee, rispondessimo a domande che richiedevano tempi più lunghi e un minimo di riflessione».
E ancora: «Io, come altre colleghe nella mia situazione, ho passato una selezione un anno fa. Eravamo in 110 del sostegno infanzia Torino e siamo entrate in 10: è possibile che dopo 12 mesi siamo diventate tutte delle incapaci?». Nonostante la delusione, «a settembre risponderemo alle chiamate e porteremo avanti il nostro lavoro con amore e dedizione. Perché ci crediamo e non perché il “posto statale” piace».
D.A, siciliana, è stata bocciata allo scritto di matematica. «Non era basato su esercizi da risolvere il cui risultato sarebbe stato indiscutibile, ma su come avremmo affrontato gli argomenti, le azioni di recupero e l’abbandono scolastico. Insomma, sono stata bocciata perché al commissario non piaceva il mio modo di pensare, di essere, di insegnare. Colleghi, alunni e genitori mi dimostrano la loro stima, ma per i commissari non ero all’altezza di superare la prova». Per una valutazione superiore, «le griglie di valutazione richiedevano originalità e citazioni, ma noi non lo sapevamo. Perché avremmo dovuto uscire fuori tema? Eppure, stranamente, qualcuno l’ha fatto. Aspetterò di vedere gli elaborati di cinque dei candidati ammessi all’orale per iniziare l’iter di denuncia».
G.F., insegnante in Lombardia, riferisce: «Un concorso organizzato con poca serietà: griglie di valutazione differenti da regione in regione, convocazioni agli orali annullate per errori di valutazione, commissioni raccattate alla meglio, con colleghi, a volte, meno aggiornati di noi. E con membri che cambiavano in continuazione».
In Sicilia, dice S.G., «arriviamo in media all’80% di bocciati. Ma ci sono casi in cui nessuno è stato ammesso. Avevamo a disposizione 150 minuti per 8 quesiti, di cui 2 di inglese con 4 domande ciascuna. Per rispondere alle altre sei dovevamo impostare lezioni o attività di recupero. Dovevamo essere dattilografi o insegnanti?».
V.A., anche lei siciliana, aggiunge: «Nel mio caso, i commissari non sapevano su quali fogli dovesse essere svolta la prova pratica. Prima hanno scelto i fogli a quadretti dei candidati, poi i fogli album, sempre dei candidati, poi sono andati a comprarne altri e, dopo averli timbrati, li hanno consegnati. Una grande confusione».
E.D., di Genova, racconta di «una ragazza che è stata convocata all’orale per aver superato una prova scritta, con tanto di punteggio assegnato, che non era mai stata sostenuta. In questo concorso le domande erano valutabili in modo soggettivo, senza oggettività. Una farsa storica che ha segnato il destino di molte persone».
G.T., candidata per la classe di concorso in scienza degli alimenti, in Veneto, non ha superato la prova, come altri 79 colleghi, su 136 partecipanti. «Nonostante uno studio approfondito e attento, e nonostante molti di noi insegnino questa materia da più di dieci anni, non siamo stati messi nelle condizioni di fare un buon elaborato: la prima domanda su zoogeografia e fitogeografia faceva parte del programma di scienze della terra e non dell’alimentazione, e anche la seconda non era nei programmi presentati dal Miur. Credo che se c’è stato un così alto numero di bocciati, non è solo colpa dei candidati, ma di una macchina concorsuale con troppe irregolarità».
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