Nel sito web di ‘Programma il futuro‘, il progetto (che fa parte del programma de La Buona Scuola ) dove il Miur, in collaborazione con il CINI – Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, cerca di raggiungere l’obiettivo di fornire alle scuole una serie di strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica, viene spiegato il perché sperimentare il coding nelle scuole italiane: “Nel mondo odierno i computer sono dovunque e costituiscono un potente strumento di aiuto per le persone. Per essere culturalmente preparato a qualunque lavoro uno studente di adesso vorrà fare da grande è indispensabile quindi una comprensione dei concetti di base dell’informatica. Esattamente com’è accaduto in passato per la matematica, la fisica, la biologia e la chimica.Il lato scientifico – culturale dell’informatica, definito anche pensiero computazionale, aiuta a sviluppare competenze logiche e capacità di risolvere problemi in modo creativo ed efficiente, qualità che sono importanti per tutti i futuri cittadini. Il modo più semplice e divertente di sviluppare il pensiero computazionale è attraverso la programmazione (coding?) in un contesto di gioco”.