Oggi, mercoledì 3 luglio alle ore 15.00 in diretta dalla Camera, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde a interrogazioni sulle iniziative per lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi ordinari per docenti di cui ai decreti dipartimentali n. 498 e n. 499 del 2020 (Tenerini – FI-PPE); sulle iniziative in merito alla carenza di docenti di sostegno, ai fini della promozione di un’effettiva inclusione scolastica (Sasso – Lega); sulle iniziative in materia di percorsi abilitanti previsti per gli insegnanti di seconda fascia con tre anni di servizio presso le scuole statali o paritarie (Ruffino – AZ-PER-RE).
(Tenerini – FI-PPE)
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede l’assunzione di 70.000 insegnanti entro il termine di dicembre 2024; l’articolo 47, comma 11, del decreto-legge n. 36 del 2022 ha disposto l’integrazione con i candidati idonei: a) delle graduatorie dei concorsi ordinari per il personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria per i posti comuni e di sostegno, da bandirsi a regime con frequenza annuale, nel limite dei posti messi a concorso; b) delle graduatorie dei concorsi straordinari per le immissioni in ruolo 2021/2022 sulle classi di concorso classi di concorso delle materie Stem; il decreto-legge n. 75 del 2023 ha disposto la proroga della validità delle due tipologie di graduatorie sino al loro esaurimento, ma ha circoscritto la portata temporale della disposizione prevedendo che a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025 le medesime graduatorie sono utilizzate nei limiti delle facoltà assunzionali residuali rispetto alle immissioni in ruolo necessarie al raggiungimento dei target del Piano nazionale di ripresa e resilienza; gli idonei dei concorsi ordinari di cui ai decreti dipartimentali n. 499 e n. 498 del 2020, che hanno maturato il diritto al ruolo mediante scorrimento delle graduatorie fino al loro esaurimento ma che, a causa della pandemia, sono entrati nelle graduatorie di merito a esaurimento dopo un lungo iter, rischiano di dover attendere tre anni prima di essere assunti; il decreto-legge n. 19 del 2024 ha autorizzato il Ministero a utilizzare i posti residuali dalle singole procedure concorsuali per le successive assunzioni tra il 2024 e il 2026; il tribunale amministrativo regionale del Lazio, con provvedimento di marzo 2024, ha ritenuto valide le ragioni dei ricorrenti con riferimento al bando 2023, esigendo dall’amministrazione dei chiarimenti motivati circa il mancato scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2020 di cui sopra –: se siano già previsti un cronoprogramma e delle precise modalità rispetto allo scorrimento delle graduatorie degli idonei di cui ai concorsi banditi nel 2020 (previsti dal decreto dipartimentale n. 499 del 21 aprile 2020 e dal decreto n. 498 del 21 aprile 2020), al fine di fornire una risposta a quanti, vincitori di concorso pubblico ai sensi di legge, sono in attesa da parecchio tempo di una risposta in merito alle loro prospettive assunzionali.
Ecco la risposta del ministro Valditara: “Si deve a questo Governo la volontà di prorogare le graduatorie dei concorsi, ora diventate a esaurimento dopo essere state pendenti. La priorità attuale imposta dal Pnrr è arrivare al target di 70mila assunzioni con più concorsi in un maggiore lasso di tempo entro giugno 2026. Assicuro che le graduatorie dei concorsi ordinari 2020 e 2022 continueranno ad alimentare le nomine in ruolo anche per il prossimo anno scolastico 2024/2025. Intendiamo far scorrere già da quest’anno le graduatorie degli idonei Stem del 2020 e del 2022. Gli ordini degli assunzioni saranno definiti da un decreto ministeriale. Rassicuro che la relativa procedura autorizzatoria è attualmente al vaglio del Mef”.
(Sasso – Lega)
Sono note da tempo le criticità connesse alla carenza diffusa di docenti specializzati sul sostegno, oltre che all’incapacità del sistema di garantire una distribuzione adeguata alle esigenze dei territori e al reale e crescente fabbisogno da loro espresso; appare chiaro che la situazione di inadeguatezza di organico di ruolo sul sostegno sia generalizzata sull’intero territorio e da ciò consegua la necessità di dover ricorrere alle supplenze, spesso con docenti che non hanno il titolo di specializzazione; dalle dichiarazioni rese dal Ministro interrogato si apprende che nel sistema scolastico ci sono circa 85 mila insegnanti per il sostegno privi di una formazione specifica che sono impiegati, con supplenze annuali, per far fronte alla scarsità di figure specializzate; negli ultimi mesi si è discusso ampiamente riguardo a un intervento – ormai non più procrastinabile – che risolva il problema del disallineamento tra il fabbisogno di docenti specializzati e l’offerta formativa universitaria e delle inefficienze che si sostanziano in una richiesta – mai adeguatamente soddisfatta – di offerta formativa di specializzazione sul sostegno; occorre, inoltre, ampliare l’organico dei docenti di sostegno specializzati – a beneficio degli alunni e degli studenti più fragili, ai quali tuttora non è assicurata la figura del docente con una formazione specifica – e, insieme, garantire la continuità didattica; è fortemente avvertita, ormai, l’esigenza di dare una risposta significativa e tempestiva ai bisogni degli alunni e degli studenti più vulnerabili, perseguendo il miglioramento della qualità dell’azione educativa e didattica; l’inclusione è un diritto costituzionale che dobbiamo garantire ai nostri studenti e alle loro famiglie –: quali iniziative urgenti, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda adottare per porre rimedio all’annosa e irrisolta carenza di docenti di sostegno – che in alcune realtà del Paese sono del tutto assenti – oltre che alle problematiche appena esposte per assicurare la promozione di un’effettiva inclusione scolastica.
Ecco la risposta di Valditara: “Ricordo che la tutela degli studenti con le disabilità è tra le principali priorità del Governo. Con la procedura speciale per l’immissione in ruolo dei docenti in prima fascia delle Gps su posto di sostegno abbiamo coperto 18mila posti. La stessa procedura sarà utilizzata nuovamente. Per assicurare la continuità didattica, i nuovi docenti saranno tenuti al vincolo triennale. Aggiungo che con la nostra prima legge di bilancio abbiamo finanziato azioni per il trasporto per gli studenti con disabilità. Siamo intervenuti sul mutamento dei docenti di sostegno prevedendo percorsi innovativi gestiti da Indire. Riusciremo a dare una risposta a circa 75mila docenti di sostegno che non hanno avuto la possibilità di specializzarsi. Stiamo intervenendo anche sui docenti specializzati con titoli esteri, con percorsi ad hoc per loro e sulla conferma dei docenti di sostegno da parte dei genitori. Abbiamo ridato centralità alle esigenze degli studenti con disabilità”.
(Ruffino – AZ-PER-RE)
Il decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2023, n. 112, ha disciplinato i percorsi abilitanti da trenta crediti formativi previsti per gli insegnanti di seconda fascia con tre anni di servizio presso le scuole statali o paritarie, cosiddetti «triennalisti»; il Ministero dell’università e della ricerca, con la nota n. 3042 del 15 febbraio 2024, ha comunicato l’erogazione dei decreti per l’accreditamento di Università e Istituzioni Afam che possono erogare i percorsi di formazione iniziale per l’anno accademico 2023/2024. In particolare, tali percorsi sono indirizzati a chi sia «già in possesso di abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione, nonché per coloro che sono in possesso della specializzazione sul sostegno, che conseguono l’abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione attraverso l’acquisizione di 30 crediti formativi universitari o crediti formativi accademici»; con successivo decreto ministeriale n. 620 del 22 aprile 2024, il Ministero dell’università e della ricerca ha provveduto a dettare le disposizioni per l’accesso ai percorsi universitari e accademici di formazione iniziale e abilitazione di 30 crediti formativi per coloro che hanno già svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali o paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi; in particolare, per l’accesso a tali corsi è prevista una quota riservata pari al 45 per cento dei posti autorizzati per ogni percorso formativo accreditato da 60 crediti, a fronte degli oltre 100.000 docenti «triennalisti», a favore di coloro che hanno svolto servizio presso le istituzioni scolastiche statali o paritarie per almeno tre anni, anche non continuativi; oltre all’esiguo numero di posti già previsto, ad oggi tali corsi non risultano neanche attivati in alcuna delle università italiane; ne deriva una discriminazione a danno dei «triennalisti»: solo alcuni di essi, infatti, potranno accedere ai percorsi abilitanti, precludendo la partecipazione a futuri concorsi pubblici a coloro i quali non rientreranno tra gli ammessi ai corsi in oggetto; inoltre, questo comporta che molti docenti potranno presentare la domanda di inserimento in prima fascia nelle graduatorie provinciali per le supplenze 2024, mentre altri, come i triennalisti, rimarranno in seconda fascia, condannandoli a ulteriore precarietà –: quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per equiparare la posizione dei «triennalisti» a quella delle categorie che hanno beneficiato di un trattamento differente, anche valutando l’apertura di un apposito tavolo tecnico con la presenza di una rappresentanza dei docenti precari.
Ecco le parole di Valditara: “Preciso che si deve a questo Ministero un’opera di valorizzazione dei precari storici e del servizio. Abbiamo rivisto i contenuti dei percorsi di abilitazione per il triennalisti che sono tenuti a conseguire 30 cfu e non 60. Con i nuovi percorsi abilitanti siamo riusciti a spingerci con la riserva del 45% per i triennalisti. Si è posta fine alla discriminazione in danno dei docenti di ruolo o già abilitati in favore dei quali è stato previsto un altro percorso specifico di 30. Le esigenze dei precari sono tornati in agenda del Ministero. I vari percorsi di abilitazione, è vero, non sono partiti tutti allo stesso momento. Ciò tuttavia non è imputabile a questo Ministero, che non ha la possibilità di incidere nelle procedure organizzative, di cui si occupano gli atenei. Le disparità si sono verificate a causa dell’avvio non contestuale dei percorsi abilitanti nei vari atenei. Mim e Mur stanno lavorando per risolvere le difficoltà in vista della partenza dei prossimi percorsi abilitanti”.
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