A distanza di 72 ore dal primo comunicato del 7 agosto scorso Flc-Cgil torna sulla questione della sperimentazioni dei “licei brevi” con un cambio di rotta piuttosto evidente.
Il nuovo comunicato si chiude con una richiesta perentoria e inequivocabile: “Chiediamo il ritiro del decreto e l’immediata apertura di un confronto con le parti sociali e con tutta la comunità della scuola, l’alternativa sarà bloccare nei fatti questa farsa ‘sperimentale’ “.
In precedenza, e cioè tre giorni fa, la Flc aveva invece espresso una posizione attendista e assai più conciliante.
Come giustifica la Flc il cambio di rotta?
“Abbiamo atteso l’emanazione del decreto sui percorsi quadriennali per poterci esprimere in modo compiuto su questa scelta e sulle modalità che la caratterizzano – scrive la Flc – Non si può attivare un’innovazione ordinamentale senza una visione della scuola alta, attenta ai bisogni reali degli studenti e alle priorità dell’inclusione e del superamento delle disuguaglianze, obiettivi fondamentali del sistema di istruzione. La scelta del Miur tuttavia va nella direzione opposta”.
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La Flc, insomma sostiene di aver cambiato opinione dopo aver visto il decreto ministeriale. Ma, per la verità, la spiegazione non sembra reggere molto alla prova dei fatti: il comunicato precedente del 7 agosto (quello in cui il sindacato sospendeva il giudizio) era successivo alla emanazione del decreto che, anzi, risulta addirittura allegato al comunicato stesso.
Non è facile dare una spiegazione completa dell’improvviso dietro-front.
Con molta probabilità, però hanno giocato parecchio le pesanti prese di posizione che in queste ore si sono susseguite in rete.
Né bisogna sottovalutare il fatto che, alla resa dei conti, il progetto di sperimentazione voluto dalla Ministra è poca cosa (riguarda 100 classi in tutta Italia e dovrebbe prendere avvio nel 2018/2019): la presa di posizione della Flc non darà fastidio più di tanto al Ministero e consentirà comunque al sindacato di Francesco Sinopoli di non perdere troppo consenso nella base Flc, soprattutto in quella meno “renziana” e più “radicale”.
La nuova posizione della Flc potrebbe essere anche il risultato di un confronto interno al sindacato stesso, confronto che spiegherebbe anche l’attacco squisitamente politico contenuto ne comunicato odierno: “Nulla è cambiato dall’era Gelmini, in cui la riforma degli ordinamenti era incardinata in un decreto legge di razionalizzazione della spesa pubblica: il taglio di un anno causa una perdita di organici, impoverisce drasticamente la qualità dell’offerta formativa del sistema scolastico pubblico, e danneggia le fasce più deboli della popolazione scolastica”.
Certamente il parallelo Fedeli-Gelmini non piacerà alla Ministra ma potrebbe essere particolarmente apprezzato dalle minoranze interne al sindacato.
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