Attualità

Perde il diploma di maturità, l’Università gli annulla la laurea

Smarrire il certificato di un titolo di studio, senza avere una copia sostitutiva certificata, può significare l’annullamento di quel titolo: è accaduto alla signora Antonella Perazzetta, una donna che da tempo vive e lavora a Latina, dopo che ha perso il diploma di maturità e per una serie di circostanze negative non è riuscita ad avere la possibilità di dimostrarne l’avvenuto conseguimento.

C’è voluto il giudice superiore

La signora, ha scritto l’11 gennaio il quotidiano ‘La Nazione’, ha smarrito il diploma. Ma scuola di Siena, dove nel 1976 l’ha conseguito, nel frattempo è stata chiusa: i documenti, compresi quelli dei titoli, erano stati collocati in vari scatoloni disseminati in altri istituti scolastici. Dove, però, non si riesce a rintracciare quello della donna.

Per questo motivo, non avendo mai ricevuto il diploma di maturità, nel 2010 l’Università di Siena le annulla la laurea, ipotizzando che avesse presentato un’autocertificazione falsa: il diploma della scuola secondaria, infatti, è elemento indispensabile per l’iscrizione all’Università e il regolare proseguimento degli studi.

La signora, tuttavia, non si è persa d’animo e si è recata in tribunale, attraverso il proprio legale Pietro Verdesca Zain.

Alla fine, hanno avuto ragione, perché il Consiglio di Stato le ha restituito il titolo di “dottore” che le era stato cancellato.

La vicenda

Antonella, che ha conseguito, da privatista, il diploma di secondaria superiore all’istituto Leone XIII di Siena; qualche anno dopo si trasferisce a Perugia e lì decide di proseguire gli studi iscrivendosi al corso di Scienze dell’educazione di Siena: si laurea il 10 dicembre 2009.

Non molto tempo dopo, un funzionario dell’ateneo senese la contatta dicendo di non trovare agli atti il diploma originale e che in mancanza del documento originale o di uno sostitutivo autenticato, la laurea le sarebbe stata annullata. A quel punto iniziano le ricerche ma nessuno riesce a trovare il documento indispensabile.

L’Università di Siena non ne ha voluto sapere, revocandole il titolo di studio: nel 2012 anche il Tar dà ragione all’ateneo.

“È stato un incubo”

Il legale della signora però non demorde. Facendo bene, perché con l’inizio del 2009il Consiglio di Stato, esaminate le prove messe a disposizione proprio dalla difesa già al Tar, ha ribaltato tutto.

“Ora sorrido ma è stato un incubo”, ha detto la donna, dopo che per non perdere lavoro ha anche dovuto iscriversi di nuovo ad un corso di studi, conseguire un altro diploma e non perdere il lavoro come educatrice di ragazzi con disabilità.

Alessandro Giuliani

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