«Un’ora a quadrimestre per i colloqui scolastici dei propri figli» e «puntare ad almeno 15 giorni di congedo parentale obbligatorio». E quanto previsto dal Family act, il pacchetto di riforme allo studio del Governo per rimodulare il welfare familiare in Italia.
In particolare in questi giorni Elena Bonetti, ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, ha chiarito come vorrebbe intervenire sul sistema dei congedi per i neo-genitori italiani. «Non basta una sola misura o dare sostegno economico alle famiglie con l’assegno unico», per ridare fiducia al Paese servono anche «atti simbolici». A rendersi necessario è quindi un intervento che l’esecutivo starebbe già costruendo proprio «nel Family Act che vedrà luce a brevissimo» e che punta a far sì che «la collettività si faccia carico di un sistema di sostegno all’educazione che non siano solo gli asili nido».
Secondo Bonetti, il patto tra Stato, famiglie e comunità, passa anche da azioni simboliche. È il caso dei colloqui scolastici per i quali si punta ad introdurre «un congedo obbligatorio di un’ora a quadrimestre» per permettere ai genitori di seguire in maniera adeguata il percorso educativo dei propri figli. Non solo, l’obiettivo della misura è anche provare a cambiare l’impostazione culturale che il Paese ha assunto sul tema.
In pratica va ridisegnato il ruolo del congedo rivedendo «il testo unico» che li regola «affermando una corresponsabilità tra la figura maschile e femminile» anche nel ruolo educativo.
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