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Permessi ex Legge 104, li usa il 10% del personale: boom nel Mezzogiorno

Più del 10% del personale delle scuola ha beneficiato nel 2010 di almeno una giornata di permesso, senza decurtazioni, usufruendo dei permessi ex Legge 104. La stima è stata realizzata dal Dipartimento della Funzione pubblica, nell’ambito dell’Operazione trasparenza voluta dal ministro Renato Brunetta, attraverso un sistema informatico di monitoraggio via web (incluso nella piattaforma PerlaPa) sulla base di quanto previsto all’art. 24 della Legge 183 del 4 novembre 2010.
Ebbene, scorrendo il rapporto fornito dalla Funzione Pubblica, emerge che complessivamente su 985.747 dipendenti della scuola, hanno beneficiato di permessi legati ad un grave problema di salute personale o di un parente o affine, accudito in via esclusiva, in ben 103.495: si tratta, quindi, del 10,50%. Di questi, 84.316 sono donne (81,47%) e 19.179 sono uomini (18,53%). Si tratta di numeri importanti, che sempre nel 2010 sono costati allo Stato 210 milioni 728.850 euro.
Entrando nello specifico, i dipendenti che hanno usufruito dei permessi ex Legge 104 per handicap personali sono stati 9.829 (di cui 7.488 donne). I dipendenti che li hanno invece utilizzati per assistere parenti o affini sono stati 93.830 (di cui 76.963), per un totale di 1.252.557,81 giornate. I dipendenti che li hanno utilizzati per entrambi i motivi sono stati infine 297 (di cui 248 donne).
La maggior parte di permessi legati problemi di salute permanenti è ad appannaggio dei dipendenti della scuola che operano al Sud e nelle Isole: secondo il Dicastero guidato da Renato Brunetta “52.203 dipendenti, pari al 50,44% del totale” fanno parte di questa macro area, mentre dati decisamente più modesti si registrano sia al Nord (29.180 dipendenti, pari al 28,19% del totale) sia al Centro (22.112 dipendenti, pari al 21,37% del totale).
La regione con il numero più elevato di giornate fruite risulta essere stata la Campania (198.919 giornate), seguita da Sicilia (173.477) e Lazio (176.221). In termini percentuali rispetto ai dipendenti in servizio, spicca il dato dell’Umbria con il 19,40% (2.895 dipendenti su 14.922). Al contrario, la regione con l’incidenza più bassa del fenomeno risulta essere il Piemonte con il 6,18%: 4.236 dipendenti su 68.597. Una percentuale che equivale ad un terzo di quella dell’Umbria e quasi alla metà della media nazionale. Il dato non sfuggirà di certo alla Lega…

Alessandro Giuliani

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