I permessi retribuiti per quanto riguarda i docenti, ai sensi dell’art.15, comma 2, del CCNL scuola 2006/2009, sono un diritto contrattuale e possono essere fruiti fino un massimo di nove giorni ad anno scolastico. Tali disposizioni sono rimaste inalterate nel nuovo CCNL.
Il dirigente scolastico, come abbiamo ricordato in precedenza, deve solo verificare la regolarità normativa dell’istanza presentata dal docente, senza avere nessun potere di veto.
In base alla normativa, “il dipendente, ha diritto, a domanda, nell’anno scolastico, a tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. Per gli stessi motivi e con le stesse modalità, vengono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica di cui all’art. 13, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale norma”.
Si tratta di uno degli aspetti che generano un po’ di confusione fra i docenti: “Per gli stessi motivi e con le stesse modalità, vengono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica di cui all’art. 13, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale norma”.
La questione viene spesso legata al divieto di monetizzazione delle ferie non godute per i dipendenti pubblici, misura introdotta dal decreto sulla “Spending review” (art. 5 comma 8) convertito in legge n. 135 il 7 agosto 2012 e, poi, dalla legge di stabilità n. 228 del 24 dicembre 2012 (art. 1 commi 54, 55 e 56).
Il comma 54 della L. 228/2012, non cambia quindi la possibilità di fruizione dei 6 giorni di ferie durante i periodi lavorativi. La legge, ricorda anche Flc Cgil, interviene in modo esplicito esclusivamente sulla monetizzazione delle ferie, non certo sul tema dei permessi.
Il contratto cioè stabilisce che per motivi familiari o personali è possibile estendere il numero dei giorni di permesso retribuito, utilizzando i giorni di ferie che però a questo punto perdono tale caratterizzazione, tant’è che risultano disciplinati nelle modalità (documentazione o autocertificazione) e nelle finalità dall’art. 15 comma 2.
In definitiva, il contratto stabilisce che per motivi familiari o personali è possibile estendere il numero dei giorni di permesso retribuito, utilizzando i 6 giorni di ferie, che però a questo punto perdono tale caratterizzazione, tant’è vero che risultano disciplinati nelle modalità (documentazione o autocertificazione) e nelle finalità dall’art. 15 comma 2.
Il docente con contratto di lavoro a tempo indeterminato, ha diritto, sulla base di idonea documentazione anche autocertificata, a permessi retribuiti per i seguenti casi:
Ha fatto bene il ministero dell'Istruzione a non riprogrammare le prove concorsuali del 2022 (per…
Questa mattina, venerdì 20 dicembre, a Zagabria, in Croazia, un 19enne ha fatto irruzione in…
Un docente su due è favorevole a non appesantire il carico di lavoro degli studenti…
Sul portale INPA sono disponibili i due bandi per la selezione dei componenti delle commissioni…
L’istituto tecnico G. Marconi di Dalmine, in provincia di Bergamo, una delle istituzioni più all’avanguardia…
Alla fine l’educazione alimentare nelle scuole paga! Con tempi medio-lunghi, d’accordo, ma i risultati si…