La tecnologia non esclude le credenze più buie composte in tempi e luoghi altrettanto bui per non essere colpiti dalla cosiddetta iella, la iettatura, la malasorte così ben descritta da Pirandello nella “Patente”. E così capita ancora che nella scuola 2.0, cosparsa dalle onde del Wi.Fi, dai social più sofisticati e dalla tecnologia più avanzata che una ragazzina di 12 anni di una scuola media di Nuoro, venga perseguitata per nove mesi da centinaia di studenti dai 12 ai 15 anni, provenienti dalle quattro scuole medie della città, con insulti e maldicenze di ogni genere, perché porterebbe iella: “porti jella”, le dicevano.
Dopo mesi di silenzi e lacrime, la dodicenne si è aperta con i genitori, che hanno reagito consegnando la lista dei bulli con nomi e cognomi sia alla Questura di Nuoro e sia ai dirigenti degli istituti cittadini frequentati dai ragazzi. La notizia, riportata dal quotidiano ‘La Nuova Nuova Sardegna’ che in anonimato ha intervistato i genitori della ragazzina, è stata confermata dalla questura dell’Osservatorio territoriale anti-bullismo.
“Fatti come questo – spiegano dalla questura – dimostrano come sia necessaria una concreta attività di prevenzione e come siano indispensabili progetti anti-bullismo nelle scuole. L’attività di prevenzione passa anche attraverso un maggiore impegno degli adulti e dei genitori in particolare, che hanno il dovere di controllare i propri figli e non di difenderli a ogni costo. Il loro compito deve essere quello di curare l’intelligenza emotiva e l’empatia dei propri figli, perché solo così li si può rendere responsabili delle proprie azioni e consapevoli della sofferenza delle vittime di prepotenze”. La Polizia di Stato ha messo a disposizione un numero gratuito, il 43002, al quale vittime e testimoni di prepotenze possono inviare un sms per chiedere aiuto.
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Il caso della 12enne, scrive l’agenzia, è iniziato a metà dello scorso anno scolastico, innescato da alcune compagne di scuola della prima media, forse perché ingelosite dalla bellezza della ragazza che ha un fisico da modella, che la definivano “una poco di buono”. Nei mesi successivi, con la conseguente progressiva crescita della calunnia, si è scatenato il tam-tam impietoso contro la ragazzina, indicata come una persona che “porta jella”. Lei incassava ogni giorno ingiurie e gesti scaramantici, mentre in tanti quando passava si toccavano i genitali. Quindi il crollo e la confessione ai genitori con quest’ultimi che hanno deciso di reagire consegnando in Questura la lista con nomi e cognomi dei bulli.
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