La questione della retribuzione spettante al personale Ata della scuola proveniente dagli enti locali è approdata nei giorni scorsi in Commissione Istruzione della Camera.
A sollevare il problema è stata la deputata della Lega Nord Paola Goisis con una interrogazione rivolta al Ministro dell’Istruzione.
La questione è nota da tempo ed è particolarmente intricata sotto il profilo normativo; in sintesi questi sono i termini del problema: la legge n. 124 del 1999 aveva previsto che, nel passaggio allo Stato, al personale amministrativo, tecnico e ausiliario di Comuni e Province dovesse essere riconosciuta ai fini giuridici ed economici l’anzianità maturata presso l’ente locale di provenienza.
Nel 2000, Aran e Sindacati siglarono un accordo per definire le concrete modalità di applicazione della norma stabilendo che al personale doveva essere riconosciuto lo stesso trattamento economico precedente.
Secondo una diversa interpretazione, sostenuta anche da alcuni giudici del lavoro, al personale trasferito bisognerebbe riconoscere invece l’intera anzianità pregressa.
A seguito di tali pronunciamenti alcuni dipendenti sono riusciti ad ottenere un migliore trattamento economico, ma di recente Corte Costituzionale e Corte di Cassazione hanno dichiarato l’infondatezza di tale interpretazione stabilendo, anzi, che le somme percepite in più debbano essere restituite allo Stato.
Nell’ultima legge finanziaria è stata inserita una clausola che dispone che il problema dovrà essere affrontato in sede negoziale in occasione della stipula del prossimo contratto nazionale.
Alla richiesta dell’onorevole Paola Goisis di sapere cosa intenda fare il Governo per districare la complicatissima matassa, ha risposto il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Pizza che si è limitato a ricostruire la storia dell’intera vicenda, tanto che la stessa Goisis si è dichiarata solo parzialmente soddisfatta.
La deputata della Lega Nord ha anche aggiunto che la richiesta di restituzione di somme pregresse crea “una situazione che va ad incidere sui già bassi stipendi di tali lavoratori e crea altresì una disparità di trattamento con il personale che permane in servizio presso gli enti locali, con una evidente lesione dei diritti del personale in oggetto”.
La presidente della Commissione Valentina Aprea si è subito associata alla posizione espressa dall’interrogante ed ha chiesto al rappresentante del Governo di “impegnarsi presso il Ministero dell’economia affinché la situazione di difficoltà in cui versano i lavoratori della scuola coinvolti dal trasferimento suddetto trovi soluzione, bloccando la richiesta di restituzione delle somme ricevute”.
La palla passa dunque al ministro Tremonti che dovrà decidere se e in che misura allentare i cordoni della borsa.
Nulla si sa invece per il momento di altre interrogazioni presentate sia da parlamentari di maggioranza che di opposizione in materia di organici e precariato.
Il fatto che una interrogazione della Lega nord per sapere se il Governo intenda procedere a nuove assunzioni in ruolo non sia stata ancora calendarizzata, fa pensare che non ci sia ancora nessuna certezza in merito. Ma qualche idea sulle intenzioni dei Ministri Tremonti e Brunetta si potrà averla leggendo il testo del DPEF che dovrebbe essere reso noto nelle prossime ore.