Dopo l’incontro del 14 aprile al Ministero dell’Istruzione, in cui si è parlato di organici del personale Ata, la valutazione fatta dai sindacati è assolutamente insufficiente. Viene meno, si legge da un comunicato della FLC CGIL, il rispetto dell’intesa firmata con i sindacati nel maggio 2021 concernente l’incremento di organico dei collaboratori scolastici.
Dall’incontro avuto al Ministero dell’Istruzione sugli organici ATA emerge il mancato superamento del precariato degli ATA con la mancata copertura dei posti liberi e la mancata integrazione in organico di diritto dei posti previsti di fatto. Tutto questo avviene in un momento in cui le scuole si trovano ancora in uno stato di difficoltà sanitario e inoltre le nostre Istituzioni scolastiche stanno accogliendo migliaia di studenti provenienti dall’Ucraina. Sembra strano che nonostante questo aggravio di lavoro che devono sopportare le scuole del nostro Paese non si tenga conto di aumentare e stabilizzare l’organico Ata.
Nessuna risposta risolutiva sul problema degli amministrativi che da anni svolgono la funzione Dsga. Non c’è l’intenzione da parte dell’Amministrazione di stabilizzare gli assistenti amministrativi facente funzione di DSGA. Si tratta di personale che ha acquisito una competenza professionale sul campo, ma che poi non viene riconosciuta per garantire una stabilizzazione.
Anche la questione del collocamento di un’unità di assistente tecnico nelle scuole del primo ciclo risulta scoperta. Erano state previste queste figure di assistenza tecnica per l’avanzamento del processo di informatizzazione dei servizi funzionali alla didattica e all’amministrazione.
Nel comunicato della FLC CGIL si legge che al danno del mancato rispetto di misure già concordate si aggiunge la beffa del grave de-finanziamento del capitolo di spesa in conoscenza a vantaggio della spesa bellica! Lo studio, il sapere, la ricerca, la cultura, la scuola – non le armi – conclude il comunicato della FLC CGIL, sono un investimento per il futuro. Per questo la FLC CGIL che i 15 miliardi che il Documento di Economia e Finanza (DEF) prevede di spendere nei prossimi anni per il riarmo, siano invece restituiti all’istruzione.
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