“Un’assemblea del personale Ata prima dell’inizio dell’anno scolastico non si era mai verificata a Firenze, segno della gravità della situazione”. Lo dichiara l’Flc Cgil in un comunicato di queste ore. Il quadro dell’organico Ata, in effetti, in alcuni territori del Paese è particolarmente drammatico.
“Nelle 107 scuole fiorentine (di ogni ordine e grado) – leggiamo nel comunicato – mancano tecnici, segretari, custodi: quanto al personale di ruolo, mancano 317 persone che potevano andare alle immissioni in ruolo e invece andranno in supplenze. Quanto al personale in deroga, servono di media due collaboratori in più a istituto, mentre al momento non siamo neanche a uno per istituto”.
L’assemblea del personale Ata fiorentino (avvenuta a Scandicci), cui hanno partecipato oltre 200 Ata, supportati dalle organizzazioni FLC CGIL, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda chiede all’USR di cambiare rotta, aumentando gli organici Ata, per evitare di incorrere, sin dall’inizio dell’anno scolastico, in una grande mobilitazione del personale scuola.
IL TESTO DEL DOCUMENTO APPROVATO ALL’ASSEMBLEA DI SCANDICCI
Da anni questo personale, che garantisce funzionalità alle nostre scuole, è sottoposto a continui tagli che ne hanno fortemente ridotto gli organici. E’ necessario rivedere in radice le scelte sul personale Ata a partire dalla revisione dei parametri di assegnazione del suddetto personale alle scuole che tengano conto delle loro reali complessità. Anziché rinnovare una politica di tagli e di mancanza di risorse che non permettono, quindi, di affrontare i reali problemi, è necessario investire sugli organici del personale ATA, affinché sia possibile per le istituzioni scolastiche del territorio nazionale avere i numeri per garantire l’apertura dei plessi la mattina e la chiusura il pomeriggio, dando l’opportunità a studenti e docenti di fare attività didattica in sicurezza, con sorveglianza adeguata, in luoghi adeguati puliti ed accoglienti.
Nessun Collaboratore Scolastico, a prescindere da quanti se ne assentano nella stessa Scuola, può essere sostituito nella sua prima settimana di assenza. Nessuno, fra gli Assistenti Tecnici ed Assistenti Amministrativi può essere sostituito se non dopo trenta giorni di assenza. In questo modo le scuole si trovano sistematicamente con il personale in servizio oberato di lavoro, poiché oltre a svolgere le proprie mansioni si trova nelle condizioni di svolgere anche quelle dei colleghi assenti per malattia. Non basta lo spirito di collaborazione spesso decantato e fare affidamento sullo spirito di sacrificio del personale ATA ma è fondamentale rimuovere i vincoli sulle sostituzioni del suddetto personale.
Per il personale ATA la scuola non finisce col termine delle attività didattiche poiché il lavoro per il successivo anno scolastico deve essere necessariamente svolto nel periodo estivo quando si è sotto organico a causa del termine delle supplenze dei colleghi. Ci si chiede, in questo contesto, come sia possibile legare ad esempio le supplenze del personale di segreteria al termine delle attività didattiche (10 giugno o 30 giugno) se dopo tale data gli adempimenti non diminuiscono ma, anzi, aumentano. Laddove presente, il personale con contratto a tempo determinato deve avere come unica scadenza il 31 agosto, completamente svincolato dalla fine della scuola e quindi conforme al lavoro che deve svolgere, che non ha soluzione di continuità in funzione del termine delle lezioni.
Le scuole hanno la possibilità di chiedere ogni anno personale ATA aggiuntivo a quello base. Da anni assistiamo a scelte dell’Ufficio Scolastico Regionale inadeguate rispetto alle reali necessità delle scuole. Nella provincia di Firenze, su 107 istituti sono stati concessi numeri irrisori di AA AT, ma prendiamo il caso dei CS: 97 collaboratori scolastici, neanche uno in più ad istituto, se la matematica non è un’opinione. Questo significa non rendersi conto delle condizioni in cui versano le scuole. Basti pensare che in regioni come il Piemonte e l’Emilia Romagna (che hanno un numero di istituti solo leggermente più alto della Toscana) il numero totale dei lavoratori in deroga concessi dall’ufficio scolastico, che si aggiunge quindi all’organico di diritto, è il quadruplo. Vediamo qualche numero: Toscana: per 476 istituti autorizzate 546 deroghe; Emilia Romagna: per 534 scuole autorizzate 2145 deroghe; Piemonte: per 540 istituti autorizzate 2350 deroghe. Perché in questo territorio le continue richieste delle scuole vengono continuamente disattese? Perché l’Ufficio Scolastico Regionale non accorda il personale in deroga, nonostante siano gli stessi uffici provinciali a chiederlo? Perché per l’Ufficio Scolastico regionale i lavoratori ATA toscani devono far fronte a carichi di lavoro quadrupli rispetto ai colleghi di altre regioni? Denunciamo quindi l’inadeguatezza dei provvedimenti dell’USR Toscana e chiediamo l’immediato intervento degli Enti Locali, a partire dall’Assessore regionale all’Istruzione per finire alla Città Metropolitana e ai Comuni interessati, per evitare di pregiudicare l’avvio del nuovo anno scolastico.
Il cosiddetto organico-covid è stato fondamentale durante il periodo pandemico per garantire tutti gli aspetti tesi a garantire sicurezza e salute in tutte le istituzioni scolastiche del territorio nazionale. Più volte è stata sollecitata la necessità per le scuole che tale organico entrasse a far parte della normale disponibilità di organico, per cui insistiamo a chiedere provvedimenti straordinari in tal senso, così da poter affrontare adeguatamente ogni situazione emergenziale che si dovesse verificare, a partire ad esempio dalla necessaria inclusione da assicurare nei confronti degli studenti con particolari esigenze.
La complessità della situazione comporta che nelle scuole si organizzi il lavoro del personale ATA con estrema attenzione a quanto prevede il contratto: riunione di inizio anno ai sensi dell’art. 41, stesura di un piano delle attività approfondito e condiviso, consegna del piano delle attività alle RSU, utilizzo degli ordini di servizio per le modifiche da apportare all’organizzazione del lavoro. Il concetto di “comunità educante”, sancito dal CCNL scuola 2016/18, deve trovare piena realizzazione in ogni istituto.
In vista del prossimo rinnovo del CCNL, scaduto il 31/12/2018, su cui la trattativa è appena iniziata, sono necessarie risorse aggiuntive, che permettano un efficace incremento retributivo per tutto il comparto scuola e una decisa valorizzazione della professionalità del personale ATA, oltre ad una revisione dei profili di questo personale.
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