I criteri per l’assegnazione del personale Ata alle scuole non cambiano neppure di una virgola: lo ha comunicato il Ministero alle organizzazioni sindacali nella mattinata del 5 giugno nel corso di un incontro informativo sull’argomento.
L’Amministrazione ha consegnato ai sindacati un documento riportante i criteri per la formulazione del decreto Interministeriale relativo all’organico del personale Ata a.s. 2012/2013.
“In tale documento – rende noto lo Snals – è prevista integralmente la conferma dell’assetto normativo, del D.I. del decorso anno scolastico, con la sola eccezione di quello relativo al profilo di Dsga”.
Il comma 70 dell’art. 4 della Legge 183/2011 prevede infatti che a decorrere dall’a.s. 2012/13 il posto di organico di tale profilo professionale sia assegnabile esclusivamente alle istituzioni scolastiche autonome con un numero di alunni superiore a 600, con deroga di tale limite a 400 in caso di scuole ubicate nelle piccole isole, nei comuni montani o nelle aree geografiche con specificità linguistiche.
In pratica nelle scuole con meno di 600 alunni il posto di Dsga potrà essere assegnato solo in comune con altre istituzioni scolastiche.
La bozza di decreto presentata ai sindacati prevede che, in fase di adeguamento dell’organico di diritto alla situazione di fatto, gli Uffici scolastici regionali procedano ad individuare tra le scuole sottodimensionate quelle da abbinare e quelle da affidare in reggenza.
A conti fatti, secondo i dati forniti dal Ministero, i Dsga in esubero potrebbero sfiorare quota 800.
I sindacati chiedono che, nei limiti del possibile, i Dsga in esubero vengano mantenuti nelle attuali sedi di servizio anche se sottodimensionate.
Richiesta più che comprensibile, ma che difficilmente potrà essere accolta dall’Amministrazione, stante i vincoli posti dalle norme di legge.
Per quanto riguarda gli altri profili professionali (assistenti amministrativi e collaboratori scolastici innanzitutto), le tabelle allegate alla bozza di decreto sono perfettamente identiche a quelle già in vigore e, se non verranno modificate, come chiedono i sindacati, determineranno un consistente calo di posti soprattutto nelle istituzioni scolastiche che sono state oggetto di dimensionamento.