Quando si parla di scuola, il personale ATA non viene quasi mai menzionato, eppure svolge una funzione indispensabile all’interno degli istituti scolastici. L’Associazione MSA (comparto scuola) è vicina anche a questa classe di emarginati, desidera ricordare la loro situazione e sostenere i loro diritti.
Nella nostra mente affiorano diversi pensieri: la situazione di degrado in cui versano numerosi edifici scolastici, alunni con disabilità non sempre dovutamente assistiti, il profondo precariato ecc., tutti aspetti importanti. Ma che dire del personale ATA? Seppur quasi mai menzionato, come se non esistesse come categoria, costituisce una classe di emarginati che spesso vive in situazioni al limite del collasso lavorativo e le cui mansioni, sempre più numerose ed impegnative, non vengono adeguatamente remunerate.
A causa della Legge 133/2008 il personale ATA ha subito una riduzione del 17% con conseguente sovraccarico di lavoro. Questa situazione è stata ulteriormente aggravata con il Decreto-Legge n. 98 del 06/07/2011, convertito con modificazioni dalla Legge n. 111 del 15/07/2011, e dalla successiva Legge di stabilità n. 183 del 12/11/2011.
A seguito di queste misure legislative, è stata completamente riscritta a livello nazionale la geografia territoriale scolastica e sono state accorpate insieme più scuole creando mega istituti comprensivi con un’utenza di 1400/1700 alunni. Di conseguenza, il numero dei Dirigenti scolastici, dei DSGA e del resto del personale ATA è drasticamente diminuito.
Inoltre, da un lato i titoli necessari per l’accesso ai profili ATA sono sempre più elevati; dall’altro, la loro situazione lavorativa è drasticamente cambiata: le mansioni a loro richieste sono sempre più impegnative e, a causa degli accorpamenti di cui sopra, gli addetti sempre meno. Per di più, con l’introduzione della Legge n. 190 del 23 Dicembre 2014 comma 332, quando un Assistente Amministrativo si assenta per malattia, non è possibile nominare a partire dal 2° giorno, cosa che avviene nel caso del personale docente, bensì solo dopo il 30° giorno di assenza.
Di conseguenza, appare evidente che le segreterie, le quali già sono al collasso per i numerosi impegni sopraggiunti nelle loro mansioni, si ritrovano a dover svolgere anche il lavoro del personale assente, con un carico a volte impossibile da gestire, soprattutto considerate le numerose scadenze da rispettare. A queste difficoltà, si aggiunge il fatto, non meno importante, che tali mansioni non vengono adeguatamente remunerate in quanto la retribuzione continua ad essere ancorata al livello esecutivo. Tutto questo genera una sorta di burnout, che tuttavia non viene riconosciuto al personale ATA, ma solo al personale docente.
Risulta quindi della massima urgenza ridare dignità e valore a questa categoria spesso ignorata e dimenticata, che lavora dietro le quinte in condizioni di notevole stress e senza nessun riconoscimento sociale ed economico, una classe senza la quale il resto della scuola non potrebbe funzionare adeguatamente: il personale docente non avrebbe i mezzi necessari per poter svolgere il proprio lavoro e le famiglie degli alunni non avrebbero nessuno con cui raffrontarsi e relazionarsi.
In qualità di associazione vicina alle problematiche di tutti gli emarginati, MSA si augura che i problemi sollevati forniscano alla classe Dirigenziale uno spunto di riflessione, il quale, a sua volta, si concretizzi in un intervento mirato, volto al miglioramento dell’intero mondo della scuola, ivi incluso il personale ATA.
Associazione MSA
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