Ancora prosegue il braccio di ferro tra il personale educativo ed il Miur sul riconoscimento dei diritti della categoria. Diritti già contenuti e sanciti nelle diverse disposizioni di legge che riguarda il personale della scuola, nonché nel contratto collettivo nazionale del comparto scuola.
E’ fissata per il prossimo 10 luglio 2018 la camera di consiglio del TAR Lazio, dove il Collegio dovrà decidere se procedere con l’esecuzione forzata nei confronti del Miur, per il pagamento della Carta Docente per gli anni scolastici 2016/2017 e 2017/2018 in favore degli educatori dei convitti ingiustamente esclusi, sebbene rientrano nella sfera del personale docente, oppure prendere atto del fatto che il Miur a tale data avrà disposto in merito autonomamente.
Nell’ultima udienza il TAR ha chiesto conto all’Avvocatura di Stato dei motivi per i quali, nonostante l’esistenza della sentenza n. 7787/2016, passata in giudicato e favorevole al personale educativo, non abbia provveduto al riconoscimento della Carta Docente agli stessi.
La stessa Avvocatura di Stato non ha saputo motivare la scelta del Ministero, ma si è limitata nella propria difesa a riferire che il Miur sta provvedendo a varare un provvedimento che riguarda proprio il personale educativo. Di quale tipologia di provvedimento si tratti non è dato sapere, ma gli educatori sono fiduciosi e confidano in un atto ministeriale che metta in pratica in via definitiva i diritti della categoria, già peraltro previsti contrattualmente.
Ciò porrebbe fine alle numerose lotte giudiziarie che gli educatori sono costretti ad intraprendere per vedere riconosciuti i loro diritti.
Buone notizie per gli educatori anche sul piano del riconoscimento del diritto alla mobilità professionale. Con il decreto cautelare n.4759/2017 il Consiglio di Stato ha ammesso gli educatori ricorrenti a partecipare alle operazioni di mobilità professionale sulla scuola primaria per l’anno scolastico 2017/2018, in virtù dell’equipollenza dell’abilitazione del personale educativo a quella dei docenti della primaria. Di qui il riconoscimento, quindi, di quanto affermato da anni dai docenti educatori, ovvero la equiparazione dei titoli abilitanti ed il connesso diritto degli educatori a partecipare alle operazioni di mobilità sul ruolo della primaria.
Peccato, tuttavia, che nell’applicazione del predetto decreto cautelate solo alcuni ricorrenti abbiano potuto gioire del risultato ottenuto. Di fatti solo alcuni uffici scolastici hanno provveduto, con scrupolosa efficienza e maestria, ad ottemperare al suddetto provvedimento, tanto da inserire i nominativi degli stessi aventi diritto nel sistema del SIDI e dando quindi effettiva possibilità agli ormai ex educatori di poter partecipare alle operazioni di mobilità del prossimo a.s. 2018/2019. La mancanza di uniformità del modus operandi dei vari uffici scolastici dello stivale hanno causato, ancora una volta, disparità di trattamento all’interno della categoria. Non sono mancati, infatti, commenti di rabbia e dispiacere da parte di alcuni ricorrenti, che giustamente hanno sottolineato l’esistenza di “un’Italia fatta di Stati e Staterelli”, ognuno dei quali con proprie disposizioni interne autonome.
Speriamo soltanto che i diversi uffici scolastici vorranno uniformarsi quando e se ci sarà una sentenza definitiva che darà ragione all’intera categoria.
Avv. Margaretta Infante