Brutte notizie per il personale educativo in lista di attesa per essere stabilizzato, con precari abilitati anche da 18 anni seguito di un concorso bandito dal Miur nel 2001 e collocati da allora nelle GaE in attesa dell’immissione in ruolo.
Dopo essere stato bypassati dal piano straordinario della Buona Scuola, gli educatori contavano molto nel cambio di governo e sulla possibilità di vedere attuate, finalmente, un congruo numero di assunzioni a tempo indeterminato.
Ma stavolta ci si è messo di mezzo il ministero dell’Economia e delle Finanze: dei 77 posti chiesti dal dicastero di viale Trastevere, pari al numero delle cessazioni dal servizio dal prossimo 1° settembre, il Mef ne ha infatti autorizzati solo 46, sottraendo così ben 31 posti. Ovvero quelli corrispondenti all’attuale esubero di educatori, che in varie parti d’Italia hanno perso la titolarità per via del decrescente numero di iscrizioni.
La notizia è ufficiale perché inserita nel prospetto relativo alle assunzioni in ruolo autorizzate e già comunicato ai sindacati. I quali hanno subito puntato l’indice sulla decisione degli economisti di Stato: “la Cisl Scuola ha fortemente criticato la scelta del MEF che penalizza in modo pesante un settore sempre dimenticato nelle occasioni di stabilizzazione del personale della scuola”.
Stiamo parlando, ricordiamo, di docenti a tutti gli effetti, operanti nei convitti di Stato e strutture analoghe, equiparati economicamente ai maestri della scuola primaria. Una equiparazione confermata anche, di recente dalla sentenza del Tar del Lazio n. 0769/2017.
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