“La legge 107/2015 ha modificato la previgente normativa in materia di modalità di assunzione e mobilità nel Ministero dell’Istruzione, prevedendo un piano assunzionale “straordinario” nazionale anziché regionale o provinciale come previsto dalla legislazione “ordinaria”.
I neoassunti sarebbero stati assunti e poi inseriti d’ufficio in una mobilità nazionale con evidente trasferimento in aree lontane dalla residenza dell’interessato e l’attesa di tre anni prima di chiedere trasferimento.
Sulla base di tale legge molti insegnanti hanno scelto di fare domanda di assunzione (circa 120000) e altri (circa 45000) non hanno presentato domanda per le regole svantaggiose dello stesso, attendendo l’assunzione con le precedenti regole normative anche se probabilmente con una certa incertezza. Ad Aprile del 2016 la norma di legge (legge 107/2015) è stata modificata migliorando le condizioni di mobilità per i neo-immessi in ruolo, senza però riaprire i termini per far fare la domanda di assunzione ai 45000 docenti precari che non presentato domanda in prima istanza.
Il Ministero dell’istruzione nel periodo di agosto/settembre 2016 sta ponendo in essere varie note ministeriali (concordate con i sindacati di categoria) per “agevolare”, (secondo la legge 107/2015 modificata, ma a volte anche addirittura fuori i dettami di tale norma) i neo-immessi in ruolo, a scapito purtroppo dei docenti che non hanno fatto domanda (per problematiche personali evidentemente) che non solo non hanno avuto l’assunzione ma adesso rischiano fortemente anche di non avere incarichi di lavoro annuali perché “scavalcati” dai neo-immessi in ruolo che vengono assegnati provvisoriamente nelle province di residenza anziché, come previsto in origine, in province lontane da questa.
Un tale atteggiamento lederebbe a nostro avviso il principio di parità di trattamento di non discriminazione e la legge 107/2015 avrebbe dei profili di illegittimità poiché è stata modificata a posteriori, incidendo su diritti dei cittadini senza dare la possibilità agli stessi di decidere con le regole aggiornate se aderire o meno. Sarebbe auspicabile un intervento per tutelare coloro che sono stati discriminati da queste modifiche a posteriori oppure in ultima analisi l’applicazione del testo di legge originale.”