Petizione contro riforma Giannini-Reggi

Il sito professioneinsegnante.it  lancia la petizione contro la paventata riforma Giannini. Ecco il testo che è sottoscrivibile a questo link

 

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

No alla riforma Giannini, no alle 36 ore! 

E’ in atto da settimane, complice la stampa serva ed amica, in pratica tutta, salvo qualche rara eccezione purtroppo, una campagna di delegittimazione della categoria degli insegnanti secondo un noto copione, non ci vuole molto, anche perché l’opinione pubblica per anni ci vede in un certo modo e peraltro, come sapete e appare anche sui social siamo purtroppo divisi e pieni di colleghi pronti o all’autoflagellazione o a sparare a zero sui colleghi;

Ovviamente la campagna è tutta finalizzata a un’altra stagione contrattuale deludente che dovrà essere caratterizzata da:

 

1) un graduale ma stringente controllo della scuola e degli insegnanti da parte dell’esecutivo per il tramite del dirigente scolastico, al quale saranno incrementati poteri in merito alla gestione, al controllo e alla valutazione del personale e perché no anche alla scelta;

2) una differenziazione stipendiale in base al fare altro dall’insegnamento in aula;

3) un contenimento della spesa pubblica per la scuola attraverso la riconferma dei bassi salari per il lavoro d’aula;

4) un risparmio con il taglio delle supplenze brevi (con l’unica eccezione per le supplenze per maternità) che saranno effettuate dagli insegnanti di ruolo;

5) la decontrattualizzazione del rapporto di lavoro che in partica significa un orario di servizio definito per legge dall’esecutivo e non più dal tavolo contrattuale;

6) quanto detto ai punti 4) e 5) determinerà quell’incremento dell’orario (banche di ore o altro) a invarianza di salario, di cui parlava Reggi e che poi strategicamente gli hanno fatto ritrattare a Terrasini (PA);

6) una carriera degli insegnanti con l’eliminazione degli scatti secondo il modello Aprea (vedi nostro documento ministeriale pubblicato sul sito);

7) una riforma degli ordinamenti con la riduzione di un anno nella scuola superiore, con la perdita di 60.000 cattedre.

 

Ovviamente per fare tutto questo, c’è bisogno che sia portata fino in fondo, come dicevo, la campagna di delegittimazione e denigratoria della categoria attraverso la stampa e i media. Prego i colleghi di non dare una mano al governo in tutto questo non ne ha davvero bisogno A nome della nostra categoria, anticipatamente ringrazio!

I lettori ci scrivono

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