Un lettore, Salvatore Fina, ha inviato alla nostra redazione una mail in cui è inserito il link che rimanda ad una petizione contro la riformza della scuola Giannini-Reggi. Questo il comunicato con relative modalità di firma alla petizione.
“Abbiamo raggiunto diecimila firme in 4 giorni, questo era il nostro obiettivo. Potremmo continuare con le firme ma crediamo che una risposta cosi rapida, massiccia e immediata dia già il senso della forza della nostra protesta. La petizione è stata libera e spontanea, appartiene a tutti i diecimila firmatari. La petizione verrà inviata al Presidente del Consiglio, ai responsabili scuola dei partiti politici, ai Presidenti delle Commissioni Istruzione di Camera e Senato.
I docenti sono contrari a questa ipotesi di riforma, sia nel metodo che nel merito. Siamo contrari a questo dirigismo senza confronto. Chiediamo di essere ascoltati, chiediamo di poter partecipare attivamente al processo che porterà alla riforma della scuola. Tante sarebbero le idee e le proposte coerenti con la realtà che verrebbero fuori da un confronto con i docenti che vivono e fanno la scuola.
Chiediamo una riforma che valorizzi il nostro lavoro. Siamo contrari alla figura del Dirigente che distribuisce le pagelle e decide le nostre carriere.
Siamo contrari ad un aumento dell’orario di servizio, poichè l’orario dei docenti italiani è assolutamente in linea con quello dei docenti degli altri Paesi europei. A scuola si produce cultura e conoscenza, ed in questi settori non è certo la quantità che produce qualità. Servono maggiori risorse per la formazione dei docenti, servono interventi motivanti, sia sul piano professionale che sul piano economico, serve ridare al docente la percezione di essere motore dello sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.
La scuola deve essere messa al centro delle politiche di sviluppo del Paese, consapevoli del fatto se non avremo una buona scuola non potremo avere cittadini e classe dirigente all’altezza delle sfide attuali. Questa è una riforma che muove da una visione aziendale del sistema scolastico, riteniamo che questo sia un errore strategico grave che negli anni ci ha portati a perdere posizioni su posizioni.
Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di fermarsi e di usare anche per la riforma della scuola, un metodo diverso di ascolto e di confronto”
Questo il link alla petizione (clicca qui)
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