Se migliaia di precari privi di abilitazione stanno affrontando le prove preselettive per l’accesso ai TFA, i cui costi però non rispecchiano le regole del diritto allo studio e sono per lo più diversi da un’università all’altra, non si tiene conto che l’abilitazione è titolo imprescindibile per poter affrontare il concorso a cattedra.
Ma non si tiene conto ancora, dice il comunicato della Flc, che per poter frequentare i TFA i docenti precari della scuola dovranno coniugare il lavoro con la frequenza stessa, per non perdere salario e punteggio, mentre altri supplenti sono costretti a frequentarli in altre regioni perché nelle loro quelle abilitazioni non sono previste.
La FLC CGIL, denuncia con forza la grave situazione nella quale si trova il personale precario della scuola pubblica, nonostante l’apporto della loro professionalità abbia garantito la qualità dell’Istruzione in ogni regione d’Italia e per questo richiede al Ministro Profumo un piano di stabilizzazioni che, restituendo alla scuola pubblica continuità didattica e professionale, risolva il problema del precariato e dia sbocchi a chi oggi si impegna, attraverso i TFA, ad avere una abilitazione.
Per tutti questi motivi la FLC CGIL promuove una raccolta di firme per chiedere al Ministero dell’Istruzione di riprendere in carico gli argomenti oggetto del D.M.249/010, in particolare:
• chiedere alle Università una uniformità di costo per la frequenza dei TFA, oltreché delle prove preselettive, tenendo conto delle regole per il diritto allo studio
• garantire le agibilità per il diritto allo studio dei lavoratori della scuola (permessi per le 150 ore, tirocinio anche in regioni diverse, orari dei corsi, ecc.) perché coloro che saranno ammessi alla frequenza, siano nella condizione di poter continuare a lavorare
• esigere l’attivazione di corsi di TFA per tutte le classi di concorso le cui graduatorie risultassero esaurite nella Regione.
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