Di seguito alcuni stralci del manifesto che si può sottoscrivere al seguente link: http://chn.ge/1x52R7M.
Il latino è una lingua meravigliosa e perfetta. Simmetrica e ordinata secondo un mirabile e coerente sistema di regole, degne di servire da modello ineguagliabile di chiarezza linguistica e di perfezione geometrica.
Studiare e comprendere questa lingua è un esercizio di nobilitante finezza che eleva la qualità culturale degli alunni e modella la loro formazione educativa secondo il vasto retaggio dei valori umanistici ereditati dalla grandezza delle lettere latine.
Ricordiamo che la parola humanitas rinvia all’educazione dell’uomo inteso come tale. Pertanto, le discipline umanistiche come il latino formano l’uomo perché sono proprie di lui soltanto, gli appartengono in modo esclusivo e precipuo, lo distinguono, lo innalzano e lo differenziano dalla specie animale.
Se questo non bastasse, aggiungiamo che la fatica e la riflessione che guidano e ispirano il processo di comprensione di un testo latino sono illuminanti per le facoltà intellettuali. Lo studente di latino, sollecitato a cogliere i nessi logici di cui la struttura della lingua è intessuta, cresce in acutezza. Acquisisce l’abito all’interpretazione e al ragionamento che può rivelarsi prezioso e risolutivo anche in altre discipline tecniche e, in generale, in molti contesti in cui è necessario chiarire aspetti oscuri di una questione o di un problema.
Queste sono solo alcune delle innumerevoli ragioni per cui lo studio del latino deve essere, prima di tutto, restituito alle ore di insegnamento che gli sono state strappate. Quindi, deve essere incoraggiato, potenziato ed esteso – con opportune differenze – a tutte le scuole secondarie di II grado, non senza auspicare che gli alunni ricevano le nozioni fondamentali della disciplina sin dall’ultimo anno delle scuole di I grado (secondo un buon costume didattico già in uso).
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