Nel 2014 la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per aver violato le norme comunitarie sul precariato (Direttiva 1999/70/CE, 28 giugno 1999), costringendo il Governo, al tempo presieduto da Matteo Renzi, ad assumere quasi 150.000 precari della scuola: era illegittimo, per i giudici comunitari, che la Pubblica Amministrazione italiana prolungasse i contratti a termine oltre i 36 mesi (su 5 anni lavorativi). Nel 2019 la Commissione Europea ha ammonito il nostro Paese, in materia di assunzioni pubbliche (in particolare per scuola e sanità), sulla disparità di trattamento fra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato, dandoci due mesi di tempo per rispondere. Nel 2020, per la mancanza di una concreta risposta alla risoluzione del problema, la Commissione Europea ha inviato all’Italia una seconda lettera di messa in mora sull’abuso dei contratti a termine nel comparto pubblico, esortando il Governo guidato da Conte a trovare una soluzione nei successivi due mesi. Non sarebbe accaduto nulla.
La stabilizzazione dei docenti precari per titoli e servizi è uno dei tre motivi per il quale ho lanciato, qualche giorno fa, una petizione al Presidente del Consiglio. Il prossimo anno scolastico, se non si copriranno i posti vacanti, in aumento anno dopo anno, sarà il disastro, ancora più grave per il sostegno agli studenti con disabilità. Il Ministro dell’Istruzione non può pensare di affrontare la questione, dopo il mezzo fallimento del concorso straordinario e nell’attuale quadro sanitario, con l’ennesima procedura concorsuale (magari a crocette). La stabilizzazione del personale docente precario si aggiunge, nella petizione, alla richiesta di reperimento delle risorse necessarie per l’istituzione di corsi abilitanti per la mobilità professionale, rivolti a tutti i docenti “ingabbiati” che aspirino a legittimi avanzamenti di carriera, e alla richiesta di ostensione degli atti del concorso per dirigenti scolastici bandito nel 2017. Due sentenze del Consiglio di Stato non sono bastate, nemmeno a Patrizio Bianchi, perché siano finalmente resi pubblici gli atti di un concorso su cui si deve fare chiarezza. Lo pretendono i ricorrenti, e tutti quelli che si battono per la giustizia e l’equanimità, l’onestà e la trasparenza: si dia accesso agli elaborati, alle griglie di valutazione e ai verbali di correzione. Uno Stato non può venir meno al suo ruolo di supremo garante di tutti i suoi cittadini, del loro diritto di essere tutelati contro ogni parzialità, superficialità o ingiustizia.
Vi invito a firmare la petizione (di seguito il link), che ha superato le 2.500 firme e ha già prodotto il suo primo effetto: la convocazione al MIUR, per il 28 aprile prossimo, degli avvocati dei ricorrenti di quel concorso per l’ostensione degli elaborati degli idonei.
Massimo Arcangeli
Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…
Finita la scuola, a giugno, molte famiglie potrebbero essere in diffcoltà perchè non avranno la…
La grammatica valenziale insegna a comprendere la struttura della frase ragionando sui legami tra parole,…
Nel cooperative learning, l'insegnante facilitatore guida, osserva e supporta il lavoro di squadra. Organizza attività,…
La Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale è ormai requisito di accesso per tutti i profili…
Come abbiamo scritto, è finita l'attesa per il concorso per dirigenti tecnici: dallo scorso 9…