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Piacciono carriera e valutazione ai docenti italiani

A confermare i risultati di una inchiesta svolta dalla nostra testata sulla valutazione e sulla carriera dei docenti arriva anche una indagine condotta dall’Istituto di ricerca SWG per conto della Gilda degli Insegnanti.
E, a questo punto, non sarebbe male se i sindacati tutti incominciassero a tenerne conto seriamente.
I docenti italiani non solo non sono contrari allo sviluppo di carriera e alla valutazione ma anzi ne auspicano una rapida introduzione.
Per quanto riguarda l’avanzamento di carriera, l’indagine dell’SWG rileva che l’86% degli intervistati ritiene che ormai i tempi sono maturi per definire nuovi criteri, diversi da quelli attuali legati esclusivamente all’anzianità. Per il 37% del campione, l’avanzamento di carriera dovrebbe essere determinato dalle valutazioni del lavoro svolto in classe, per il 28% dai titoli di studio e per il 13% da concorsi interni.
Due insegnanti su tre vedono con favore anche la separazione delle aree contrattuali.
I motivi per cui gli insegnanti condividono la proposta riguardano soprattutto la diversità delle figure giuridiche (83%) e la possibilità di vedere riconosciuto il loro ruolo istituzionale (34%).
Chi, invece, si dichiara contrario teme soprattutto una minore compattezza della categoria e, quindi, una perdita di potere contrattuale.
In merito alla valutazione degli insegnanti, il 66% ritiene che sia necessario introdurre un sistema ad hoc: per il 40% la formula migliore sarebbe l’osservazione sistematica da parte di un esperto indipendente, per il 29% il metro di giudizio potrebbero essere i risultati conseguiti dagli studenti, per il 19% dovrebbe spettare al dirigente scolastico il compito di valutare i docenti.
L’indagine ha esaminato anche altri aspetti della professione.
Le lamentele dei docenti italiani non riguardano solo la bassa retribuzione (problema messo al primo posto dal 19% degli intervistati) ma anche la scarsità di risorse dedicate al sistema scolastico (13%), la scarsa considerazione di cui gode la categoria (12%), la numerosità delle classi (10%) e il prevalere della burocrazia e delle riunioni sull’attività di insegnamento (7%).
Un altro aspetto indagato dalla ricerca riguarda l’autonomia scolastica nei confronti della quale i docenti mostrano un atteggiamento piuttosto “tiepido”

Il 38% ritiene che l’autonomia abbia generato un lieve miglioramento e solo il 12% parla di un considerevole miglioramento. Per il 23% del campione, invece, nella sostanza non è cambiato nulla, mentre per il 13% c’è stato un lieve peggioramento. 
La ricerca Gilda-SWG fornisce indicazioni interessanti e non del tutto scontate: ora, si tratta però di vedere se essere saranno prese sul serio da chi ha il potere di assumere decisioni in materia.

Reginaldo Palermo

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