Il ministro Berlinguer e i sottosegretari Masini e Gambale, parlando di fronte ai presidenti delle giunte regionali in un incontro che si è tenuto a Roma il 20 gennaio, hanno ribadito il carattere di massima urgenza nel pervenire alla definizione del dimensionamento ottimale delle scuole.
"Non si tratta – hanno specificato – di sopprimere istituti scolastici. Si tratta, piuttosto, di razionalizzarne l’uso per consentire la piena attuazione dell’autonomia scolastica ed il conseguente riconoscimento del ruolo dirigenziale dei presidi, permettendo così di rispondere alle esigenze del territorio attraverso una maggiore collaborazione con gli Enti locali ed il migliore esercizio del diritto all’istruzione degli alunni".
In realtà il provvedimento sta destando non poche preoccupazioni all’interno di tutto il comparto. Da una parte vi sono i legittimi timori per il mantenimento della sede per il personale Ata che, a seguito della diminuzione delle presidenze, rischia il trasferimento d’ufficio. Dall’altra si aggiungono le rimostranze dei presidi e dei direttori didattici, preoccupati per lo stesso motivo. Bisogna infatti considerare che quest’ultima categoria è composta da professionisti con un’età media stimata intorno ai 55 anni. E a rischiare la perdita della sede non sono soltanto coloro che prestano servizio nelle sedi di periferia, ma anche e soprattutto quelli delle città, generalmente più anziani e spesso prossimi alla pensione.
A fronte di 10.000 istituzioni scolastiche, distribuite su tutto il territorio nazionale, i tagli previsti dal dimensionamento prevedono circa 2000 soppressioni. Rimane comunque ferma l’intenzione del ministero di risolvere la questione in tempi brevi. "La scadenza del 10 febbraio – ha dichiarato Chiti, Presidente della Conferenza delle regioni – va assolutamente rispettata da tutti i consigli regionali". Per questo motivo i presidenti delle giunte hanno lanciato un appello ai consigli per trasmettere quanto prima al ministero le determinazioni assunte. “Dal 21 gennaio – hanno annunciato Berlinguer e Chiti – è prevista l’attivazione di tavoli tecnici di confronto presso il Ministero con ciascuna regione interessata, per accelerare l’adozione dei piani di dimensionamento regionali“.
I parametri
Le finalità ed i parametri del dimensionamento sono stabiliti dal DPR 18 giugno 1998, n. 233. In particolare, il raggiungimento delle dimensioni ottimali delle istituzioni scolastiche ha la finalità di garantire l’efficace esercizio dell’autonomia, di dare stabilità nel tempo alle stesse istituzioni e di offrire alle comunità locali una pluralità di scelte che agevolino l’esercizio del diritto all’istruzione.
Il dimensionamento è finalizzato, inoltre, al conseguimento degli obiettivi didattici programmati, mediante l’inserimento dei giovani in una comunità educativa idonea a stimolarne le capacità di apprendimento e di socializzazione. Il raggiungimento delle dimensioni stabilite ha l’ulteriore finalità di assicurare alle istituzioni scolastiche la necessaria capacità di confronto, interazione e negoziazione con gli enti locali, le istituzioni, le organizzazioni sociali e le associazioni operanti nell’ambito territoriale. Il riconoscimento della personalità giuridica, condizione essenziale per l’autonomia, è riconosciuta alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, che raggiungono dimensioni idonee a garantire l’equilibrio ottimale tra domanda di istruzione e organizzazione dell’offerta formativa.
Per acquisire o mantenere la personalità giuridica gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione, consolidata e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni. Nelle piccole isole, nei comuni montani, nonché nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche, il numero degli alunni può essere ridotto fino a 300.