Gentile Direttore,
le scrivo per poter segnalare quanto segue.
Ci sono Dirigenti scolastici, in questo inizio d’anno, che si stanno rifiutando di mettere all’approvazione del Collegio dei docenti il piano annuale delle attività (come da art. 28, punto 4 del CCNL del 2007), sostenendo trattarsi di compiti afferenti il loro potere direttivo.
La situazione va mostrata per la sua gravità.
Innanzitutto perché l’approvazione del piano annuale delle attività attiene alla programmazione didattico educativa, compito attribuito al collegio dei docenti dalla legge (d.lgs. 297 del 94, art.7; CCNL, art. 28, punto 4) e non al potere direttivo del dirigente.
Con la conseguenza che un dirigente che avoca a sé tale attività commette un abuso di potere in quanto non onora il dettato legislativo che gli impone il rispetto degli organi collegiali (d.lgs. 165 del 2001, art 25, punto 2; CCNL 2018, art. 52).
Segnalo ancora che spesso la redazione del piano annuale da parte del dirigente scolastico oltre a non essere portata al collegio per la conseguente deliberazione, è accompagnata dalla precisazione che la calendarizzazione del piano annuale delle attività non è vincolante.
Con la conseguenza che il dirigente assume anche il potere di accrescere, modificare, sostituire, in corso d’anno, con atti unilaterali, gli obblighi lavorativi dei docenti, non permettendo più a loro la legittima conciliazione tra vita lavorativa e familiare per mancanza di qualsivoglia programmazione degli impegni (con ciò ponendosi in netto contrasto con la Direttiva europea 2019/1158 che ha introdotto il diritto all’equilibrio fra attività professionale e vita familiare).
Si tratta inoltre di un comportamento, quello del dirigente che non mette all’approvazione del collegio il piano annuale delle attività, che ha come gravissima ricaduta la nullità del contratto di lavoro dei suoi docenti per indeterminatezza dell’oggetto.
I contraenti, al momento della stipula del CCNL del 2007, hanno infatti stabilito che la prestazione lavorativa, avente ad oggetto le attività funzionali all’insegnamento dei docenti, fosse determinata all’inizio di ogni anno scolastico proprio con l’approvazione del piano annuale ad opera del collegio dei docenti. Che con la stessa procedura ha facoltà di modificarlo per far fronte a sopravvenute esigenze.
Sconcerta che personale dirigente statale lavori senza porsi la ben che minima riflessione su tali temi, ma all’opposto, nel pieno disprezzo delle più elementari regole della civile convivenza democratica e del rispetto della dignità delle istituzioni e dei lavoratori.
La ringrazio per l’attenzione
Raffaella Cosentino
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