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Piano assunzioni: Flc-Cgil si avvia a dire no

Proseguono le polemiche sul piano di assunzioni.
Con un comunicato odierno, Flc-Cgil rivendica i propri meriti (“La conquista del piano triennale di assunzioni è il frutto della mobilitazione dei precari; la Flc è stata determinante nel sostenere il diritto alla stabilizzazione dei precari con l’operazione centomila e con le azioni legali”) ma al tempo stesso protesta per le modalità con il piano si sta realizzando: “Non è accettabile scambiare il diritto al lavoro per i precari con la riduzione dei loro salari; si modifica strutturalmente il contratto saltando la fascia 3-8 anni con la conseguenza che ci vorranno 9 anni e non tre, come oggi,per ottenere la nuova fascia stipendiale”.
“Il paradosso
– sottolinea il segretario nazionale Mimmo Pantaleo – sarà che a parità di mansioni, con la stessa anzianità, avremo due salari differenti senza peraltro nemmeno prevedere la transitorietà dell’intervento”.
La Flc sostiene anche che per garantire l’invarianza della spesa si poteva percorrere altre strade, “ma – prosegue sempre la Flc – si è preteso in modo rigido di perseguire quella soluzione per dare un ulteriore colpo al contratto nazionale e affermare il principio che bisogna scambiare riduzione dei salari e stabilizzazioni”.
I toni duri della Flc sembrano diretti più verso gli altri sindacati che verso l’Aran e il Governo, perché se è vero che si potevano c’erano soluzioni alternative pur rimanendo ferma l’invarianza di spesa, significa che gli stessi sindacati che hanno firmato non hanno voluto prendere in considerazione altre possibilità.
“Durante tutta la trattativa – aggiunge ancora Pantaleo – abbiamo dimostrato, conti alla mano, che è possibile, senza manipolare le progressioni professionali, mantenere inalterati i costi tramite alcune economie del Contratto nazionale del cui utilizzo sono titolari le parti negoziale, ma l’ARAN non l’ha voluta prendere in considerazione”.
“Di fronte a questa rigidità 
– conclude il segretario nazionale – la FLC, pensando sempre all’interesse dei lavoratori alla stabilizzazione, ha indicato una strada alternativa finalizzata a rendere la modifica dei gradoni transitoria, legata esclusivamente alla durata del piano triennale. Anche questa proposta è stata, almeno per il momento, rigettata”.
Dopo tutte queste premesse, la Flc ribadisce però che la parola definitiva su una eventuale firma dell’accordo spetta agli organismi dirigenti del sindacato.
Ma la posizione fin qui espressa non fa di certo pensare ad una decisione finale a favore della firma.

Reginaldo Palermo

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