E’ probabile che per il contenuto di questo articolo qualcuno si irriterà e ci accuserà di “gufare”. Accettiamo il rischio perché l’alternativa sarebbe quella di non scrivere nulla e quindi di celare una parte di verità ai nostri lettori.
Ma noi siamo convinti che il primo dovere di una testata giornalistica debba essere quello di mettere a disposizione dei lettori tutte le informazioni utili per comprendere meglio i problemi sul tappeto.
La questione che vogliamo segnalare riguarda il piano di assunzioni previsto dalla legge di stabilità e dal documento “Buona Scuola”.
Ormai tutti danno per scontato che le assunzioni ci saranno anche se, per la verità, c’è già chi mette in dubbio che saranno davvero 150mila già da subito.
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Il punto sui cui però nessuno si è soffermato a sufficienza è ancora un altro.
Non bisogna infatti dimenticare che nella legislazione vigente esiste un principio introdotto con la legge 449 dl 1997 che parla esplicitamente di “regime autorizzatorio” per ogni assunzione nella pubblica amministrazione, comparto scuola compreso.
Il principio è ben esplicitato nell’articolo 3 della legge in questione: in fatto di assunzioni “a decorrere dall’anno 2000 il Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri per la funzione pubblica e del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, definisce preliminarmente le priorità e le necessità operative da soddisfare”.
“In tale quadro – recita ancora la norma – entro il primo semestre di ciascun anno, il Consiglio dei ministri determina il numero massimo complessivo delle assunzioni delle amministrazioni di cui al comma 2 compatibile con gli obiettivi di riduzione numerica e con i dati sulle cessazioni dell’anno precedente”.
In altre parole: la legge di stabilità stanzia i fondi necessari per le assunzioni ma queste non sono automatiche e per essere effettuate necessitano di alcuni passaggi ineliminabili.
Insomma, forse è il caso di ricordare il vecchio modo di dire: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Prima di essere sicuri che le assunzioni ci saranno è meglio avere in mano i provvedimenti che – per espressa previsione di legge – il Governo deve emanare.
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