Garantire la continuità didattica, rispondere alle esigenze degli studenti diversamente abili, ridurre il precariato, assicurare il regolare avvio del prossimo anno scolastico: sono questi gli obiettivi che il ministro Giuseppe Valditara si prefigge di raggiungere con il piano di assunzioni annunciato proprio in queste ore.
Archiviata la proposta del tutor e del docente orientatore, il Ministro si sta lanciando in una nuova impresa: varare un grande piano di assunzioni in modo da garantire il regolare inizio dell’anno 2023/24, operazione che, se mai dovesse riuscire, lo farebbero certamente passare alla storia della scuola italiana.
Ma i dubbi, francamente, sono tanti.
D’altronde nello stesso stringatissimo comunicato stampa, Valditara ha già messo le mani avanti: il piano si dovrà infatti attuare “nell’ambito delle facoltà assunzionali che si riscontreranno”; in altre parole, ci vorrà il via libera del Ministero dell’Economia.
Ma i nodi sono anche tanti altri.
Per esempio, c’è il problema dei tempi: siamo ormai arrivati quasi al mese di aprile e pensare di attivare un concorso che consenta di assumere i vincitori entro i primi giorni di settembre è davvero una impresa da far tremare i polsi a chiunque: ci vuole il bando, poi bisognerà formare le commissioni e, soprattutto, bisognerà che i concorrenti svolgano le prove d’esame entro il mese di luglio che è come dire, praticamente, domani mattina.
Tenuto conto dei tempi tecnici delle diverse fasi della procedura è davvero difficile che questo si possa realizzare.
E i problemi sono certamente ben noti alla “macchina” ministeriale.
Ma allora perché il Ministro si è lasciato andare a questo annuncio?
C’è una possibile spiegazione: nel comunicato si dice che l’obiettivo dell’operazione è quello di garantire la continuità didattica.
E’ possibile allora che il Governo voglia provare a convincere la Commissione europea che uno degli obiettivi fondamentali del PNRR potrebbe essere raggiunto anche con un significativo e rapido piano di assunzioni. A questo punto l’Europa potrebbe anche concedere al nostro Governo di cancellare i vincoli della mobilità, con grande soddisfazione delle decine di migliaia di docenti coinvolti ma anche degli stessi sindacati.
Che poi un piano di assunzioni possa davvero fare il miracolo di garantire la continuità didattica è tutto da verificare, ma questa è un’altra storia.