Ordinamento scolastico

Piano di attività ATA: competenza esclusiva del DSGA?

Il piano delle attività del personale ATA è un documento articolato, nel quale si dettagliano: l’organizzazione e l’orario di lavoro; gli incarichi specifici e aggiuntivi; la gestione della performance in termini di procedure di misurazione e valutazione.

Sfatiamo subito la falsa convinzione che la gestione del personale ATA sia un’esclusiva competenza del DSGA. È vero che quest’ultimo gode di ampia autonomia operativa, all’interno delle direttive di massima date dal DS, ma è anche vero che il DS ha un ruolo essenziale per mantenere l’efficienza e migliorare il funzionamento della scuola. Vediamo quali sono gli snodi per arrivare alla definizione ed all’attuazione del piano delle attività.

L’organizzazione del lavoro del personale ATA necessita di precisi passaggi al fine di una coerente interazione tra i soggetti che interagiscono nella scuola. Il personale ATA è fondamentale nella gestione del quotidiano e nel programmare la vision di un’istituzione scolastica; pertanto, prima di iniziare a redigere il piano delle attività, occorre focalizzare l’attenzione sul PTOF che è il documento fondante dell’autonomia della singola scuola.

In questo primo passo è fondamentale l’azione del DS che, in relazione all’attuazione del PTOF e di intesa con il DSGA, informa il personale ATA convocandone l’assemblea.

Dall’assemblea degli ATA, eventualmente articolata in più sedute, il DSGA ricaverà:

  1. gli elementi per eventuali modifiche da apportare ai compiti assegnati nell’anno precedente;
  2. suggerimenti sull’articolazione dell’orario di lavoro;
  3. le esigenze formative del personale.

Le riunioni serviranno per discutere il piano delle attività, così da raggiungere il massimo consenso del personale coinvolto: lo scopo è la valorizzazione delle competenze e delle caratteristiche di ognuno, individuandone le capacità e l’esperienza.

Volendo riassumere per punti, nel predisporre la proposta di piano delle attività, il DSGA:

  1. valuta attentamente il PTOF;
  2. si attiene alla direttiva del DS;
  3. determina la situazione tecnologica della scuola;
  4. raccoglie informazioni dal personale.

A questo punto, il DSGA ha elementi sufficienti per predisporre il piano delle attività del personale ATA, dettagliando:

  1. la normativa di riferimento;
  2. i criteri di assegnazione dei compiti;
  3. le motivazioni per le assegnazioni;
  4. i servizi obbligatori e quelli necessari;
  5. l’eventuale lavoro straordinario;
  6. il piano di formazione del personale ATA.

Ricevuta da DSGA la proposta di piano delle attività, il DS la adotta, se la ritiene idonea all’attuazione del PTOF e congruente alla norma ed alla propria direttiva. Ma vi sono ancora ulteriori passaggi, di esclusiva competenza del DS, che vanno accuratamente affrontati.

Il piano delle attività non è oggetto di contrattazione ma di informazione sindacale, ma è la necessaria premessa alla contrattazione sui criteri di assegnazione del personale ai diversi compiti.

La contrattazione definisce anche l’ammontare del lavoro straordinario, cioè le prestazioni eccedenti l’orario di servizio; infatti, il lavoro straordinario è retribuito in base a quanto definito nel contratto integrativo d’istituto, compatibilmente con l’ammontare del fondo di istituto.

Anche gli incarichi specifici sono assegnati secondo i criteri definiti dalla contrattazione d’istituto; il DS, alla luce del contratto di istituto e del piano delle attività, assegnerà gli incarichi specifici al personale ATA.

La scuola dell’autonomia rende complessa l’attività organizzativa perché non ci sono schemi fissi o ripetibili, bensì un continuo adattamento alle situazioni di fatto che si vengono a creare.

Anche la gestione del piano attività del personale ATA impone flessibilità ed adattabilità, nel rispetto degli obblighi normativi e contrattuali. Si tratta di un notevole lavoro di concertazione interna, perché tante sono le variabili in gioco e vanno tenute nella debita considerazione, pena non potere arrivare a scrivere il piano o, peggio, redigere un piano di attività privo di pratica attuazione.

Francesco Ficicchia

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