Quale potrebbe essere una misura che coniughi, come promesso dal Governo Conte, la tutela della famiglia e la volontà dichiarata dallo stesso esecutivo di mettere mano alla legge 107 per superare i disagi dovuti alla lontananza dei docenti dalle proprie famiglie, spesso con figli piccoli?
Un dato che statisticamente non è molto elevato e forse per questo ingiustamente trascurato è quello della presenza all’interno dello stesso nucleo familiare di due docenti.
Per effetto della 107 è accaduto che esistano (non molte fortunatamente) famiglie in cui marito e moglie hanno titolarità in due province e/o regioni diverse dalla propria residenza con il risultato che vi sono i figli residenti in una provincia x, il padre che presta servizio in qualità di docente nella provincia y e la madre docente in quella z.
Per i coniugi di militari a determinate condizioni esiste nei trasferimenti un disposto di legge che consente il ricongiungimento del nucleo familiare e una serie di misure che permettano l’avvicinamento al coniuge. Il fine è quello di evitare “drammi familiari” tenuto conto della mobilità a cui i militari sono soggetti.
Una mobilità che per i docenti, il piano di immissioni in ruolo voluto dai governi precedenti, essendosi sviluppato su base nazionale ha prodotto in maniera massiccia, soprattutto se si pensa che molti insegnanti precari storici vi hanno partecipato, temendo di non poter più lavorare nella propria terra per effetto del blocco delle supplenze per coloro che avessero avuto 36 mesi di servizio. Blocco che è stato recentemente rimosso dall’attuale maggioranza. Una misura simile a quella prevista per i militari, potrebbe essere adottata per famiglie in cui vi siano due docenti e figli minori.
Del resto per superare il problema non risulta sufficiente, a meno di non introdurre anche per essa e in tempi rapidi la misura di cui sopra – , la mobilità annuale (assegnazioni e utilizzazioni) perché per effetto del regime delle precedenze il trattamento riservato a docenti che si trovano in una simile situazione non genera risultati anche per l’esiguità dei posti in organico di fatto.
Da quel che ci risulta un provvedimento del genere è all’attenzione di qualche senatore della commissione istruzione che ne sta valutando la possibilità di proporlo.
Sarebbe senz’altro un segnale di coerenza con i principi governo che mirano alla tutela delle famiglie e al tempo stesso un dei primi provvedimenti che darebbe la prova della concreta volontà di risolvere il problema dei tanti insegnanti allontanati a migliaia di km di distanza dalle proprie famiglie che sperano in un rientro.
Ed a proposito di decreto dignità anche questa sarebbe una misura “degna”.
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