Il Piano estate per il quale il Ministero ha deciso di investire 400 milioni in due anni trova piuttosto freddi (se non addirittura contrari) i sindacati scuola.
“Le organizzazioni sindacali – si legge in un comunicato della Cisl Scuola – hanno segnalato le numerose difficoltà relative alle segreterie, alla mancanza dei collaboratori scolastici, a uno stato di affanno generale anche in considerazione del contestuale e amplissimo impegno per le attività PNRR (ben 7 linee di finanziamento e Agenda Sud), chiedendo che siano reperiti piuttosto fondi da indirizzare in modo più coerente alle reali esigenze delle scuole sia relativamente alla carenza di personale, sia agli interventi sulle strutture”
Più esplicita la Flc-Cgil di Gianna Fracassi secondo cui sarà del tutto “impossibile portare avanti l’apertura delle scuole in estate, specie dopo l’ingloriosa vicenda relativa alle mancate proroghe dei collaboratori scolastici dei contratti PNRR e Agenda Sud (6 mila lavoratori licenziati il 15 aprile scorso)”.
Secondo la Flc c’è anche un problema di natura politico-istituzionale in quanto non si può continuare a chiedere alle scuole di rispondere alla domanda di servizi individuali proveniente dalle famiglie: “Non sono certo le scuole a doversi far carico integralmente delle problematiche sociali la cui risoluzione spetta in primis gli Enti Locali”.
Ancora più netta la posizione della Uil Scuola che si dichiara nettamente contraria al fatto che le ingenti risorse destinate al piano non comprendano “né l’assunzione di personale docente e ATA né la proroga del personale a tempo determinato”.
Il “Piano Estate” – sostiene Uil Scuola – risulta essere l’ennesima operazione di marketing di cui la scuola non ha bisogno.
“Per noi – aggiunge il sindacato di Giuseppe D’Aprile – quello che conta è tenere ben separata l’assistenza dalla scuola vera e propria. Sono due ambiti distinti. L’istruzione non si limita a fornire assistenza, bensì ha un preciso ruolo nella formazione degli individui. La scuola educa gli studenti, non li assiste”.
E, per concludere, la Uil Scuola chiede che “gli stanziamenti previsti per questo piano siano effettivamente utilizzati per la stabilizzazione del personale scolastico precario che lavora nella scuola per i restanti 10 mesi dell’anno scolastico”.
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