Quando al Miur sedeva Maria Stella Gelmini, il Partito Democratico gridava alla scandalo per le condizioni in cui versava la scuola e soprattutto sull’evidente degrado dell’edilizia scolastica. Ricordiamo un’agguerritissima Francesca Puglisi, autorevole esponente del partito democratico, all’epoca responsabile scuola del Pd ed oggi componente della VII Commissione Istruzione pubblica del Senato, denunciare le false promesse fatte dal Miur, riguardo l’erogazione di fondi per l’edilizia scolastica. La senatrice Puglisi definiva come “una goccia in un mare di bisogni urgenti”, l’annuncio da parte della Gelmini dello sblocco di 426 milioni di euro stanziati per edilizia scolastica del Sud Italia.
Adesso che il partito democratico è al governo del Paese, cosa si sta facendo di concreto per affrontare le urgenze dell’edilizia scolastica? Che fine ha fatto l’idea politica, proposta dal partito democratico quando era all’opposizione, di allentare decisamente il patto di stabilità interno per quei comuni che hanno risorse in cassa e vogliono investirle per la riqualificazione degli edifici scolastici? Dove sono finiti i 3,5 miliardi promessi da Renzi per mettere in sicurezza le scuole, con un grande piano di lavoro di edilizia scolastica da iniziare a giugno 2014?
Appena un mese fa il ministro dell’istruzione Giannini dichiarava orgogliosamente: “Ci sono 3,5 miliardi per l’edilizia scolastica. Dieci mila cantieri aperti in estate, chiusi in autunno”. Si sarebbe dovuti partire già il primo aprile con la costituzione di una cabina di regia a Palazzo Ghigi, in grado di coordinare comuni ed ex province, per stabilire da dove iniziare i lavori di messa in sicurezza delle scuole. Eppure siamo prossimi al primo maggio e nessuna cabina di regia è stata attivata ed anche dei tre miliardi e mezzo di euro si è persa traccia. Ma cosa si aspetta? Si deve attendere forse qualche nuova disgrazia, prima di avviare un serio piano di edilizia scolastica? Se non ora quando? Interrogativi che pretendono una risposta immediata e rassicurazioni precise, visto che ormai giugno è alle porte e di cantieri di edilizia scolastica non se ne vede nemmeno l’ombra. Mentre le scuole continuano a cadere a pezzi con rischi per la sicurezza di studenti, insegnanti e del personale tutto, si continua a sottovalutare il problema, inserendo nei risparmi di spesa possibili, targati Cottarelli, un miliardo e mezzo alla voce edilizia scolastica. La speranza di tutti è quella che arrivi in fretta un provvedimento legislativo che permetta di aprire realmente i dieci mila cantieri, così enfaticamente annunciati dal ministro dell’istruzione Stefania Giannini
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