Realizzare un piano per l’infanzia straordinario all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’impegno che si chiede al governo, così come previsto dalla mozione presentata e approvata in questi giorni dalla Camera dei deputati, dall’Intergruppo parlamentare “Infanzia e Adolescenza”. Nato l’anno scorso con la volontà di mettere a fuoco le condizioni di vita di bambini e adolescenti durante la pandemia, l’Intergruppo nei mesi scorsi ha coinvolto oltre 200 realtà del terzo settore, e la mozione presentata a novembre 2020 è poi diventata una mozione di maggioranza.
La mozione 1405 chiede al governo di realizzare all’interno del Pnrr un vero e proprio Piano Infanzia straordinario, che si affianchi a quello biennale nazionale che sarà presentato a breve. Un capitolo strutturato che possa comprendere tutto ciò che riguarda i bambini a 360 gradi, dalla scuola all’educazione, dai primi mille giorni allo sport e alla legalità.
L’intenzione dei firmatari è quella di promuovere una serie di interventi, la cui necessità nasce dalle conseguenze e dagli effetti della pandemia. La pandemia ha messo in evidenza la fragilità del sistema di welfare, spiegano i promotori della mozione, che spesso non è stato in grado di fronteggiare le aumentate necessità delle famiglie, esposte ad un crescente impoverimento economico. Questa però può essere l’occasione unica e irripetibile per correggere definitivamente le diseguaglianze e dare le stesse opportunità a ogni bambina e a ogni bambino, a prescindere dal luogo di nascita. La proposta è quella di chiedere la modifica dell’’approccio al tema infanzia, passando da un atteggiamento quasi caritatevole e marginale a un’azione organica e di lungo periodo.
Al primo posto la mozione colloca la realizzazione di un piano nazionale asili nido finalizzato a garantire l’accesso a tutti i bambini da 0 a 3 anni, realizzando le necessarie e adeguate strutture, soprattutto nel Sud, e prevedendo un conseguente piano di assunzione di personale qualificato e l’istituzione nelle scuole di sportelli di ascolto psicologico nell’ambito del patto educativo scuola-genitori.
Importante anche un significativo investimento su iniziative che vadano ad incentivare, anche mediante contributi economici, la pratica sportiva di bambini e ragazzi e l’inclusione in tutte le politiche sociali ed educative rivolte ai ragazzi e le loro famiglie di percorsi di prevenzione non repressiva della criminalità organizzata ed educazione alla legalità.
Altro punto rilevante è la richiesta del potenziamento del tempo pieno e delle azioni di contrasto della povertà educativa, la riduzione del numero degli alunni per classe e la copertura almeno del 33% del fabbisogno dei nidi in modo omogeneo nel Paese, con un’attenzione particolare per i territori e per i contesti più fragili dal punto di vista dell’offerta di servizi per l’infanzia e l’adolescenza.
La proposta è anche in coerenza con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, sottoscritta da 193 Paesi inclusa l’Italia, che dedica uno dei suoi obiettivi a Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti, in quanto serve una educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali.
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