Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un accanimento vergognoso nei confronti della classe docente. Decisioni governative prive di fondamento logico hanno generato una situazione vergognosa e lesiva della dignità professionale di migliaia di docenti. Personaggi politici imbarazzanti e privi di competenza in merito alla delicatissima questione-scuola hanno devastato in modo irreversibile le vite di professionisti che, dopo anni di sacrifici immani, si sono visti precipitare addosso una riforma folle e indegna di uno Stato civile.
Ad essere stati intaccati pesantemente da queste scelte politiche scriteriate e squallide sono stati sia i vecchi docenti di ruolo fuori sede da anni, che hanno subìto retroattivamente la L. 107/15 con conseguenze penose per le loro vite e progetti, e che si sono ritrovati impossibilitati a rientrare in provincia a causa della saturazione generata e degli errori dell’algoritmo, sia gli assunti della Buona Scuola, esiliati a migliaia di km da casa, per lasciare il posto a docenti senza alcuna esperienza, ma vincitori del Concorso 2016, che rivendicano istantanea assunzione.
ostrando tutta la loro inadeguatezza nel comprendere che l’etica del lavoro a scuola si basa sull’esperienza maturata sul campo, a cui unire chiaramente una solida preparazione teorica, senza cui non esiste il tanto decantato merito. A questi neodocenti privi di esperienza lo Stato lo scorso anno ha deciso inspiegabilmente di riservare una percentuale elevatissima di posti, a discapito di chi aveva necessariamente precedenza su di essi, avendo maturato esperienza decennale a scuola e macinato migliaia di km, prestando servizio lontano da casa per anni.
Che senso avrà mai bloccare docenti con maggiore esperienza e con più titoli al Nord e assumere docenti senza gavetta alcuna al Sud? Questa operazione vergognosa di ricambio e svuotamento delle risorse di una parte d’Italia, è di una gravità senza precedenti e porterà in prospettiva a danni sociali permanenti. Ragazzini inadeguati e inesperti, mandati ad insegnare in classi problematiche, genereranno scompensi educativi difficilmente sanabili.
Anziché pensare a bandire nuovi concorsi, si estenda la validità del Concorso 2016, dando diritto ai vincitori di essere assunti, ma solo DOPO il rientro di tutti i docenti fuori sede, a cui sono stati scippati posti che gli spettavano di diritto da anni.
Si preveda dunque un piano di rientro triennale sul 100% dei posti disponibili, consentendo a tutti i docenti di poter tornare finalmente a casa dalle proprie famiglie.
Grazia Cavallaro