La Cisl Scuola invita alla cautela sulla presentazione del piano Scuola del governo: “La complessità del documento comporta che tutti i temi vadano attentamente esaminati e approfonditi per una più compiuta valutazione; per restare a quelli di maggiore impatto, come le assunzioni (cui viene dedicato circa un terzo dell’intero documento) e le carriere dei docenti, gli obiettivi indicati sono indubbiamente suggestivi, ma i criteri alla base di alcune proposte sollevano non poche perplessità”.
Più preoccupata la Uil: “Dall’analisi intrecciata dei documenti governativi – da un lato le proposte sulla scuola messe on line , dall’altro le affermazioni del ministro Madia sul blocco dei contratti per i pubblici dipendenti nel 2015 – si evince che siamo in presenza – ancora una volta – per il personale della scuola di una doppia penalizzazione: blocco del contratto e blocco degli aumenti per anzianità. Fino al 2015, infatti, vale il sistema degli scatti di anzianità. La progressione economica prevista dal Governo, nel documento presentato oggi, prevede i primi aumenti per “merito” nel 2018”. Dello stesso avviso anche la Cgil: ” Negativo nel documento è l’assenza di qualunque riferimento al rinnovo del contratto, fermo da 7 anni, nonostante si prefiguri un ridisegno di profili professionali e di materie regolate dal contratto. Né si fa riferimento al sindacato come interlocutore privilegiato sulle materie inerenti il rapporto di lavoro o come interlocutore tout court nella consultazione (ben venga) che si intende lanciare sulla proposta. Nelle stesse ore in cui è stato proposto il piano scuola la Ministra Madia ha annunciato che non ci sono le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. L’Anp (l’associazione nazionale professori) ricorda che sono “molte cose sono ancora sospese fra il cielo e la terra nella filosofia enunciata oggi da Palazzo Chigi: una di queste è se l’interlocuzione dei sindacati, ed in generale dei corpi intermedi, venga ancora considerata come un elemento del panorama futuro o se vi sia una presunzione a priori di autosufficienza del governo e, se mai, la scelta di un rapporto esclusivo o privilegiato con i social network. Una buona scuola? Nessuno più di noi lo auspica: e tuttavia non vorremmo che il desiderio di un cambiamento ad ogni costo faccia perdere di vista che alcune soluzioni esistono e sono state sperimentate da tempo. Inventare ogni volta la ruota può non essere il modo migliore per accelerare il cambiamento che tutti riconosciamo come necessario”.
Critiche aspre da M5S e Unicobas. I primi affermano: “Il governo del“Fare” diventa ogni giorno di più quello del “faremo”. Sulla scuola, dopo un’estate di anticipazioni e dichiarazioni, Renzi (e non il ministro-non pervenuto Giannini, come sarebbe stato opportuno) ci svela la sua riforma per la scuola . Anzi, no. Perché non si tratta né di una riforma, né di un piano. Alla fine ci troviamo di fronte a “un patto”. Alla faccia dell’inversione a u. Un patto che il presidente del Consiglio definisce “semplice e concreto”. Non si capisce cosa ci sia di concreto in un annuncio, nel quale si parla di un patto i cui primi provvedimenti normativi dovrebbero essere presentati solo l’anno prossimo, senza una data fissata, per i quali le coperture sono tutte da trovare e verificare”. I secondi annunciano uno sciopero per il 17 settembre. Ad incrociare le braccia per tutta la giornata il personale docente e Ata, a tempo determinato e indeterminato di Unicobas scuola. Nello stesso giorno scioperano anche i collaboratori coordinati e continuativi ex Lsu assimilati Ata aderenti a Felsa Cisl, Cgil Nidil e Uiltemp.
Critico anche Ferrero (Prc): “Forse Renzi vuole conquistarsi sul campo la laurea in venditore di fumo: le sue linee guida sulla scuola sono infatti grande fumo e niente arrosto e il fumo stesso è un po’ nocivo e avvelenato… I 100mila precari da assumere sono un atto dovuto perchè dopo i tagli della Moratti e della Gelmini se questi docenti non fossero chiamati a lavorare le scuole non funzionerebbero. Ci sono supplenti plurilaureati e pluriabilitati che da 15 anni vengono ogni anno riassunti a settembre e licenziati a giugno. Ora incombe su questa prassi incivile e miope un ricorso in Europa, la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la reiterazione illegittima dei contratti a termine nei confronti dei lavoratori della scuola”. Perplessità espresse anche da DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere)che, in una nota, chiede su spiegazioni su assunzioni, rapporto tra scuola e lavoro e governance. I presidi di DiSAL sono sempre stati disponibili a collaborare e costruire, purchè si esca dal rischio di un libro dei sogni e si vedano presto le gambe per camminare e le mani per operare.
Alzano la voce anche le associazioni dei genitori e degli studenti. ”La Buona Scuola di Renzi realizzi a pieno il ‘Patto di corresponsabilità educativa scuola-famiglia puntando su una piena e reale autonomia scolastica. In questo modo il piano scuola oggi pubblicato dal governo sarà davvero quel “patto educativo” per il Paese che il premier ha annunciato” dice il presidente nazionale dell’Age (Associazione italiana genitori), Fabrizio Azzolini. L’Age è pronta a offrire il proprio contributo – spiega Azzolini – partecipando alla consultazione, lanciata dal governo nei prossimi due mesi, sia inviando i nostri contributi sia rendendoci disponibili per il co-desing indicato nel documento, sia sollecitando e animando il dibattito, l’approfondimento e il confronto nelle nostre associazioni locali e nelle scuole dove l’Age è presente in tuta l’Italia, in particolare stimolando la discussione nei i consigli d’istituto e il lavoro delle Consulte Nazionali di coinvolgimento della comunità scolastica e sociale”.
Più critica Unione degli Studenti: “#labuonascuola per noi è quella gratuita che permette a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche di partenza, invece non è questa l’idea del Premier.” – dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale – “Nonostante vi siano alcuni elementi puntuali e marginali positivi, questi sono utilizzati da Renzi come specchietto per le allodole per nascondere attraverso belle parole provvedimenti strutturali gravissimi che non faremo passare in silenzio. Inoltre il grande assente nella proposta è il diritto allo studio, unico vero strumento per risolvere il problema della dispersione scolastica, tema su cui da anni abbiamo presentato proposte inascolate al MIUR. Il Governo vorrebbe addirittura finanziarizzare le misure di contrasto alla dispersione, permettendo ai privati di lucrare su quello che dovrebbe essere un diritto.”
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