Fa discutere il Piano Triennale per la Trasparenza e l’Integrità, il complesso documento che tutte le nostre scuole devono predisporre entro il 30 maggio.
Secondo la Cisl Scuola, il PTTI, rappresenterebbe un documento impegnativo, da redigere in poco tempo, ma senza reali benefici. In tre parole, “una fatica inutile”.
Per Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, rasenta le “molestie burocratiche” che “sconfinano nella vessazione”.
Nella sua valutazione negativa del documento da realizzare, la dirigente sindacale parte dalle “indicazioni – discutibilissime – del MIUR” , per arrivare però a rilevare che “il Consiglio dei Ministri, nella sua riunione del 16 maggio, avrebbe approvato il FOIA, infelice acronimo con cui viene definito il decreto legislativo di revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza (Freedom of information act)”.
“Ebbene – continua Gissi – , nel FOIA la redazione del PTTI da parte delle scuole non è più prevista. Nel frattempo i dirigenti scolastici stanno lavorando, con procedura complessa, a un adempimento per il quale incombe una scadenza (30 maggio), ma che in base a quanto già deciso dal Governo non dovrebbe più essere richiesto alle scuole”.
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Peccato che il decreto legislativo, come è noto, produca i suoi effetti solo 15 giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, quindi sicuramente dopo il 30 maggio.
“A questo punto i dirigenti scolastici – sottolinea la leader della Cisl Scuola – vivono un vero e proprio paradosso: devono rispettare la scadenza del 30 maggio, sapendo che il Piano sarà dichiarato non più dovuto solo pochi giorni dopo, o possono farne a meno, come logica e buon senso suggeriscono?”.
“Dal MIUR, manco a dirlo, assoluto silenzio. Viene da chiedersi: ma la ministra Giannini, era presente o no alla riunione del Consiglio dei Ministri? Si è accorta di quello che è stato deciso?”, chiede pubblicamente Gissi.
E poi chiude con una richiesta esplicita. “Nel caso le fosse sfuggito glielo ricordiamo noi, chiedendole di non perdere altro tempo e di fare subito ciò che avrebbe dovuto fare da una settimana: rimuova un obbligo assurdo ed eviti di costringere i dirigenti a sobbarcarsi una fatica del tutto inutile”.
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