Il rapporto tra didattica distanza e scuola dell’infanzia ha mostrato da subito, sin dal mese di marzo e dall’inizio della sospensione della didattica in presenza, aree di criticità, dovute soprattutto alla giovanissima età dei bambini e delle bambine coinvolti. La testimonianza che qui si riporta vuole essere un contributo di idee ed esperienze, nate dal lavoro di squadra di un gruppo di docenti, guidate da Ruth Calkins, maestra d’infanzia da oltre 20 anni, scrittrice ed esperta di tecnologie, che gestisce un sito (in inglese), ricco di spunti e proposte.
Quando sono iniziate le lezioni a distanza nella mia scuola la scorsa primavera, ho incontrato i bambini e le bambine ogni mattina alle 10 per alternare virtualmente le lezioni di matematica e di lettura, racconta Calkins, all’inizio, infatti i miei giovani scolari pensavano che fosse divertente, diverso ed emozionante stare insieme e fare scuola online. Ma non passò molto tempo prima che l’apprendimento online smettesse di essere così divertente ed emozionante. Per alcuni bambini, stava chiaramente diventando monotono.
Per rispondere alle sfide che di giorno in giorno si sono poste la docente statunitense ha elaborato una serie di strategie, che possono essere condivise e messe in pratica, non da ultimo sono state testate sul campo e nel suo caso si sono dimostrate efficaci.
L’idea è quella di creare o acquistare dei bastoncini di diverso colore, che si personalizza per ogni bambino, in modo tale che con una semplice estrazione a sorte, quella bambina o quel bambino viene chiamato a partecipare, in presenza, ma anche in piattaforma. In questo modo anche i meno partecipativi, soprattutto quando i più timidi o quelli meno coinvolti non mostrano segni di partecipazione, per esempio alzando le mani è facile chiamarli in causa e stimolare il loro interesse per le attività proposte. La tecnica è quella, suggerita dal team di Calkins, di estrarre un bastoncino diverso ogni 10 minuti.
Utilizzando Google Slides, quindi personalizzando successivamente le varie presentazioni, con un tema dedicato di volta in volta all’uno o all’altro dei piccoli studenti, il loro coinvolgimento vedendo online le slides da loro ispirate, li ha portati a partecipare con molto maggiore entusiasmo, sentendosi coinvolti e importanti. Ogni presentazione non dovrebbe durare più di 20 minuti. Si tratta di una strategia che richiede tempi di lavoro e preparazione, collaborazione tra il gruppo di docenti e costanza e coerenza, cercando di valorizzare tutti i bambini e le bambine. La scelta dei temi indica inoltre una programmazione condivisa e un buon livello di conoscenza dei propri bambini. Laddove è possibile coinvolgere gli adulti, familiari e genitori, è anche utile la collaborazione nella realizzazione delle presentazioni.
Nel corso delle attività online è risultata una buona pratica quella di proporre al termine di una o l’altra, per esempio dopo le presentazioni delle slides, brevi video per il rilassamento. Una possibilità è quella di condividere sulla piattaforma in uso dai tre ai cinque minuti di rilassamento, utilizzando GIF o videoclip; in alcuni casi, per esempio, per attivare esercizi rilassanti di respirazione, in altri proponendo brevi brani musicali. Le difficoltà incontrate da Ruth Calkins e il suo gruppo, durante queste pause, sono state legate soprattutto alla reazione di ciascun bambino alla modalità schermo, essere cioè visibili e in contatto virtuale; alcuni infatti reagivano guardando fissamente la telecamera del computer, altri non partecipando. Ma nel complesso a lungo andare le pause si sono rivelate utili.
Conoscere bene gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma usata significa poterli scegliere adeguatamente al target di scolari. Nel caso di bambini piccoli, in fretta hanno imparato ad usare lo strumento “alzare la mano”, presente in ogni risorsa di Didattica a Distanza; nel caso dei più grandicelli, per esempio, si può usare la funzione chat, coinvolgendoli nel digitare nello spazio apposito le lettere V (vero) o F (falso), oppure ancora digitando il proprio nome, o quello di un animale e così via. In questo modo, è stato osservato dalle docenti del gruppo di Calkins, i bambini e le bambine hanno anche familiarizzato con l’uso della tastiera.
È vitale per i genitori far parte dell’esperienza di apprendimento virtuale: significa avere uno o più partner per sostenere il percorso. Un’idea messa a punto dalle docenti statunitensi è stato quello di creare una lista di cose da fare, settimana per settimana, condivisa via mail con i genitori e gli adulti di riferimento. Può essere una sorta di elenco precompilato o in bianco, che gli adulti condivideranno al termine di ogni settimana con le docenti. Inoltre, seppure questo richiede tempo e risorse, per monitorare chi effettivamente legge o meno le comunicazioni via mail, questo può contribuire ad evidenziare problematiche in tempo reale, sia per quanto riguarda l’approccio di familiari e docenti, sia per quello che concerne le reazioni dei bambini e delle bambine.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…