Da lunedì 11 settembre anche gli studenti torneranno sui banchi di scuola in tutta Italia.
Proprio ieri l’editorialista del Corriere della Sera, Massimo Gramellini ha raccontato che un programma tv ha testato la preparazione dei nostri liceali, ottenendo queste risposte: “La capitale degli Usa? New York”, “Dove si trova piazza San Marco? A Roma… no, a Firenze”, “Chi ha scritto i Promessi Sposi? Shakespeare”, “Chi era Borsellino? Un camorrista… cioè no, forse è stato ucciso dai camorristi”, “Chi era Napoleone? Giovanni Napoleone, il nome me lo ricordo, era un direttore, anzi un capo di navi”, “Marco Polo? Quello che ha scoperto l’America”.
Il tratto che emerge dalle interviste – scrive Gramellini – è la svolta revisionista della scuola italiana. I nuovi studenti sovvertono certezze consolidate e ribaltano vetusti luoghi comuni. Sicuramente gli autori del programma avranno scelto dei ripetenti o forse degli attori. Nell’ascoltarli, gli studenti seri si sentiranno rinfrancati e rideranno di certe risposte scombiccherate che loro mai e poi mai avrebbero dato. Speriamo”.
Quindi, forse, anche “abbandoni scolastici” è un’espressione troppo difficile. In ogni caso la percentuale di uomini e donne tra i 18 e i 24 anni che hanno rinunciato alla scuola secondaria di primo grado (la licenza media), in Italia, è sceso dal 20,4% del 2006 al 13,7% del 2016, con grandi differenze tra Nord e Sud. La media europea è dell’11%. È uno dei pochi dati consolanti anche se restiamo ancora sotto la media europea.
Una ripartenza in salita per più di otto milioni di studenti italiani. Serve un deciso cambio di passo.