Ieri, 14 settembre, si è aperta una nuova edizione del programma di La7 Piazzapulita. All’inizio della puntata lo scrittore Stefano Massini ha letto una “lettera ai maschi” rivolta a tutti i ragazzi che si apprestano ad iniziare l’anno scolastico scritta da parte di una ragazzina vittima di stupro seguita dalla comunità terapeutica Ama Aquilone in provincia di Ascoli.
Eccone il contenuto molto toccante: “Quando sei venuto a trovarmi mi hai chiesto se avessi qualcosa da dire a chi comincia la scuola. Io ti ho risposto di no, ma adesso ci ho ripensato. Mi voglio rivolgere solo ai ragazzi maschi, perché alla fine ce la cantiamo sempre ma il problema siete voi uomini”.
“A te, ragazzo con la ‘o’ in fondo, è a te che parlo. Cinque anni fa ero una come te, che cominciava la scuola. Anche io avevo il cellulare con le chat, avevo le scarpe da ginnastica per educazione fisica. Maschi e femmine non sono diversi all’inizio della scuola. Poi succede qualcosa e la differenza tra maschi e femmine la vedi eccome. A voi maschi mettono in testa che per piacere, per fare colpo, dovete essere forti, grossi, e dovete dimostrarlo a tutti”.
“Quel ragazzo che mi ha distrutto la vita era così. Non faceva paura a nessuno, ma evidentemente voleva dimostrarlo. Certe volte non serve essere dei delinquenti, basta uno che vuole dimostrare di avere le p***e. Quel ragazzo conosceva il mio nome, ma in quei minuti in cui mi ha fatto di tutto è come se se lo fosse scordato. Mi chiamava ‘bona’. A questo io oggi ripenso, perché vuoi ridere? Il mio nome non mi è mai piaciuto. Però vedi, con tutto che non mi piaceva, quel nome è mio, mi appartiene”.
“E allora, caro ragazzo che inizi la scuola, mi sento di dirti questo: tutte le volte che senti di dover dimostrare di avere le p***e ricordati che uno forte davvero non si misura sul fatto che debba annullare gli altri. Se vuoi davvero piacere a una donna, rispettala. E allora sarai fortissimo. Quando uno cerca di dimostrare di essere forte non lo è, è un tiranno, e i tiranni sono conigli camuffati. Quanto a me, la forza ho dovuto ricostruirmela, pezzo per pezzo. E la mia forza è sapere che nessuno può decidere niente di me, neanche e soprattutto come mi chiamo”, ha concluso la ragazza.
Qualche giorno fa abbiamo riportato le parole della ragazza 19enne vittima dello stupro di Palermo, che ha affidato le sue riflessioni ad una lettera aperta inviata alla trasmissione Mediaset “Zona Bianca”, di cui Il Corriere della Sera ha riportato il testo integrale.“Alle donne che subiscono violenze vorrei far capire che per quanto sporche si possano sentire, per quanto dolore abbiano potuto provare, c’è sempre una soluzione. Sono sicura che liberandosi di tutte le persone che perpetrano violenza sulle donne, grazie alle denunce e grazie a una giusta legge, potrebbe esserci un mondo più bello.
Ho letto di ragazze che dopo quello che è successo a me non vogliono più uscire … Ma perché privarci di uscire? Sono le bestie che si dovrebbero privare. Non siamo noi sbagliate! Sono sbagliati certi uomini che vedono purtroppo ancora la donna come un oggetto sessuale e non come un essere pieno di emozioni, sentimenti e vita alle spalle.
Molte donne hanno paura di denunciare a volte per vergogna. Bisogna capire che non dobbiamo essere noi a vergognarci ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso. Altre volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti amici ecc. com’è successo a me … Inondata di minacce”.
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