Picchiavano l’alunno disabile, si riapre la polemica sulla professionalità dei docenti
A sole tre settimane dall’approdo in Italia del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, le cronache ci raccontano una storia dell’orrore con protagoniste alcune maestre d’infanzia: avrebbero vestito i panni delle aguzzine nei confronti di un alunno con seri problemi comportamentali. Una storia che, se confermata, non farebbe che alimentare polemiche sulla non sempre adeguata formazione ed etica degli insegnanti della scuola italiana.
Le “mele marce”, del resto, sono presenti ovunque. Figuriamoci in un comparto, quello dei docenti italiani, composto da almeno 800.000 lavoratori, di cui circa la metà (è bene ricordarlo) mai andati oltre il diploma di maturità e qualche corso abilitante. Ben venga, quindi, l’istituzione di un organismo, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, che tra le sue varie funzioni ha anche quella di effettuare ispezioni all`interno delle strutture sparse sul territorio e, in raccordo con le altre amministrazioni competenti, controllare che vengano rispettati gli standard di professionalità.
Standard che per alcuni maestri di un istituto d’infanzia di Mileto, centro ad una trentina di chilometri da Vibo Valentia, sembra che non fossero. Quel che accadeva, infatti, andava al di là dell’immaginazione: per affrontare le problematiche psico-patologiche di un bambino di cinque anni, ben quattro maestre sarebbero state solite a lasciarsi andare a percosse, schiaffi e persino punizioni in gattabuia.
Qualcuno però nell’istituto scolastico non deve aver bene accettato questo genere di metodi, violenti e diseducativi, più vicini alla barbarie che ad un luogo di formazione e crescita umana: la disapprovazione è stata tale, da filmare alcune scene delle angherie, riprodurle su un dvd e recapitarle, in forma anonima alla stazione carabinieri di Mileto. Era lo scorso aprile ed carabinieri, dopo avere visionato il contenuto, su disposizione della procura di Vibo Valentia, hanno messo sei microtelecamere all’interno dell’asilo: secondo l’ordinanza, vi appaiono scabrosi particolari delle violenze inflitte dalle maestre al bambino, colpito con violenti schiaffi e pizzicotti. I militari, probabilmente, non credevano ai loro occhi: gli schiaffi erano così forti che il bambino, per alleviare il bruciore alla parte colpita la appoggiava sul banco o addirittura per terra. Ma non solo, le quattro insegnanti avrebbero anche rinchiuso il piccolo in una stanza dicendogli che c’era “l’uomo nero” Don Rodrigo. In alcuni casi le maestre avrebbero messo in atto delle vere e proprie spedizioni punitive. Succedeva, per esempio, quando gli toglievano con la forza la tuta per fargli credere che senza l’indumento non avrebbe potuto giocare al calcio, che è la grande passione del piccolo. In altri casi, le maestre isolavano il bimbo dal resto della classe additandolo di fronte ai compagni come “il cattivo” e facendolo mangiare da solo in un tavolo a parte. La persecuzione nei confronti del bimbo sarebbe arrivata al punto da costringerlo a sedersi su una sedia dopo avervi versato dell’acqua. Le violenze sarebbero terminate quando i militari dell’arma hanno iniziato ad ascoltare alcune persone per riuscire a comprendere cosa accadeva all’interno dell’istituto; allora le stesse maestre – come scrive il gip nell’ordinanza – fino allora ignare delle telecamere posizionate dagli investigatori, che per due mesi avevano ripreso ogni tipo di angherie e vessazioni, hanno repentinamente cambiato atteggiamento, cercando anche di avvicinare i genitori per scongiurare denunce e procedimenti penali. Ma ormai era troppo tardi: sono finite agli arresti domiciliari con la pesante accusa di maltrattamenti fisici e psicologici su un alunno della scuola dell’infanzia.
“Maltrattare un bambino – ha commentata Mara Carfagna, ministro per le pari Opportunità – è sempre un atto gravissimo, inaccettabile. Lo è ancora di più se un maltrattamento viene commesso all’interno di una struttura destinata alla prima infanzia, dove le famiglie pensano di poter lasciare per qualche ora i figli in buone mani“. Il Ministro ha aggiunto che “per mettere fine a questi episodi rari ma ugualmente inaccettabili, restituire fiducia a chi si affida a strutture pubbliche e private, abbiamo creato l`Autorità garante per l`infanzia e l`adolescenza: il Garante, nato soltanto tre settimane fa con voto bipartisan, potrà anche segnalare situazioni di disagio e casi particolarmente gravi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori e chiedere l`intervento della magistratura“.