In questi giorni nelle scuole del Piemonte e in diverse regioni si stanno verificando situazioni che producono danni enormi al processo di apprendimento di tanti allievi, a causa della scelta scellerata di immettere in ruolo e assegnare alle classi gli insegnanti vincitori di concorso ad anno scolastico già inoltrato.
Così, alcuni insegnanti di sostegno sono costretti, loro malgrado, a lasciare gli allievi che stanno seguendo e docenti curricolari devono abbandonare classi nelle quali insegnano da mesi o da anni.
Siamo proprio sicuri che tutto questo non si possa evitare?
Cambiare il nome del Ministero dell’Istruzione mi pare un’operazione inutile. L’istruzione deve sicuramente considerare il merito, ma come qualunque altro settore e qualunque altro Ministero. Non è necessario cambiare i nomi, ma è invece indispensabile applicare davvero i principi costituzionali. Inserire la parola merito nel nome del Ministero e poi agire in modo tale da danneggiare la qualità dei processi di apprendimento degli allievi, creando situazioni di disagio, vissuti di abbandono, interruzioni di percorsi formativi e educativi è davvero sconcertante.
Dov’è il merito in tutto questo?
Gli alti dirigenti possono immaginarsi come può vivere una classe che a metà anno scolastico si vede abbandonata da un insegnante con il quale si era creata una relazione costruttiva e produttiva di apprendimenti qualificati e appassionanti? E possono immaginarsi come può sentirsi un allieva/o con disabilità, con difficoltà cognitive e relazionali che aveva iniziato un percorso di apprendimento difficile, ma in efficace progressione?
Un appello al Ministro. Cominciamo a rendere la scuola meritevole di rispetto, evitando insensatezze e azioni che non considerano il fatto che i percorsi di apprendimento sono strettamente collegati alla costruzione di relazioni positive tra gli esseri umani.
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