Lettera aperta, firmata da migliaia di Dirigenti Scolastici italiani, con cui si chiede la piena perequazione economica con quella dei Dirigenti della seconda fascia della P.A.
“Il nostro è un lavoro complesso e carico di responsabilità, forse maggiori di quelle dei colleghi che dirigono altri settori ma gli stipendi sono di molto inferiori”, scrivono i dirigenti scolastici allegando due tabelle nelle quali vengono confrontate le responsabilità e le retribuzioni.
E poi continuano: “Un dirigente scolastico percepisce mediamente 62.890 euro lordi annui mentre un dirigente di un ente di Ricerca e dell’Università, appartenenti alla stessa area contrattuale, ha una retribuzione compresa tra i 94.000 e i 102.000 euro.
Il differenziale è ingiustificabile e non accetteremo certo, nel prossimo contratto di lavoro in fase di rinnovo, l’ennesima nota a verbale con cui ci si duole per la mancata perequazione e la si indica come raggiungibile nella successiva tornata contrattuale.
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Siamo Dirigenti dal 2001 ma di perequazione ancora non c’è traccia.
NON SIAMO PIÙ DISPONIBILI AD ATTENDERE.
Ora, dopo ben 8 anni di blocco del rinnovo dei contratti, siamo alle soglie della riapertura del tavolo negoziale.
Servono risorse per la scuola, il bene di punta di un paese civile, nella società e nell’economia della conoscenza:
Vanno migliorate le condizioni di lavoro di docenti, personale di segreteria, collaboratori scolastici, Direttori S.G.A, che svolgono compiti importantissimi.
Vanno create figure di middle management stabili, idonee ad una organizzazione complessa, che va gestita democraticamente e con efficienza.
Va assicurata la perequazione economica con la dirigenza pubblica
Fino al 2000 i Presidi svolgevano un lavoro infinitamente più semplice: con il conferimento dell’autonomia alle istituzioni scolastiche (DPR 275/99), la qualifica dirigenziale ai capi di istituto (D.Lgs 59/98 ) e il progressivo dimensionamento delle scuole ci ritroviamo oggi:
a dirigere istituzioni molto grandi ad avere responsabilità e compiti importanti, delicati, ad alto livello di professionalità a svolgere un lavoro incomparabilmente più complesso rispetto al passato, ma con uno STIPENDIO INFERIORE RISPETTO AD ALLORA!
Con la riduzione del numero delle scuole a seguito di dimensionamento e con l’aumento delle reggenze si sono determinati in questi anni importanti risparmi, che non sono stati finalizzati alla perequazione tanto sbandierata:
noi Dirigenti Scolastici, oltre ad avere il diritto a retribuzioni effettivamente dirigenziali, “abbiamo già dato”: le risorse da stanziare per il prossimo contratto sono già state abbondantemente introitate preventivamente dall’Amministrazione!
La Legge 107/2015 (“Buona Scuola”) ha conferito maggiore spessore alla figura del Dirigente Scolastico, riconoscendo esplicitamente la necessità di un incremento della retribuzione accessoria (comma 86, art 1).
Purtroppo gli stanziamenti messi a disposizione risultano essere:
insufficienti: negli anni precedenti a tale riforma abbiamo avuto un significativo ed inaccettabile arretramento economico (riduzione FUN) e le somme messe a disposizione dalla Legge 107/2015 sono risultate comunque insufficienti anche solo a colmare le perdite subite;
temporanei: dal 1 gennaio 2018 il nostro stipendio diminuirà ulteriormente, a causa dell’esaurirsi di alcune voci di finanziamento previste.
In sintesi, per i Dirigenti Scolastici, si è in presenza di incomprensibili paradossi:
all’aumentare di carichi e responsabilità gli stipendi sono diminuiti;
a parità di analogo profilo professionale nella P.A. le retribuzioni sono pesantemente inferiori.
Chiediamo tutto l’impegno di Governo e Parlamento per identificare, nella legge di stabilità in fase di definizione, idonee risorse per la piena perequazione tra la Dirigenza Scolastica e la Dirigenza di II fascia della P.A.”
I DIRIGENTI SCOLASTICI ITALIANI
Seguono le firme
PEREQUAZIONE_-_lettera_aperta_Dirigente_Scolastici.pdf
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