Un anno fa esatto, il 13 agosto 2022, è scomparso il famoso divulgatore scientifico Piero Angela, padre di Alberto, all’età di 93 anni. Proprio quest’ultimo è stato colui che ha dato l’annuncio della sua dipartita, con un post su Facebook.
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Com’è noto, la vita di Piero Angela è stata praticamente dedicata alla cultura e alla scienza e alla loro diffusione al pubblico televisivo, con il celeberrimo programma Rai Superquark, la cui eredità è stata raccolta dal figlio con Ulisse e, nelle scorse settimane, con Noos.
Una frase pronunciata dal grande Piero è di grande ispirazione soprattutto per chi lavora nell’ambito culturale e didattico: “Qualsiasi cosa può essere spiegata per essere capita da tutti”. La forza degli Angela sta proprio in questo, nell’usare parole, immagini comuni, chiare alla maggior parte delle persone, per spiegare concetti anche molto complessi, spesso percepiti lontanissimi dalla gente comune.
In questi mesi Piero Angela è stato ricordato, oltre che dal mondo della televisione, anche dal ministero dell’Istruzione e del Merito: una delle tracce della maturità 2023, la prima dopo la sua morte, è stata estratta da “Dieci cose che ho imparato”, il libro-testamento del divulgatore.
Il padre di Alberto Angela, all’interno della cornice di Prepararsi al futuro, suo ultimo programma televisivo, andato in onda in forma postuma lo scorso autunno, ha parlato della sua esperienza personale scuola, da studente: “Io ho fatto il liceo classico tanti anni fa e la gran parte del programma era rivolta a studiare il passato. C’erano anche le materie scientifiche, ma forse sono stato sfortunato, non ho avuto dei professori che mi abbiano fatto amare la scienza: erano noiosi, pedanti, poco coinvolgenti. L’ho capito dopo, grazie al mio lavoro da giornalista, che mi ha aiutato a comprendere come alcune cose non mi fossero state insegnate, per esempio il metodo della scienza, le regole, l’etica, il piacere di scoprire, la filosofia della conoscenza”.
“A quel punto ho iniziato a leggere libri, riviste e a realizzare programmi di scienza e tecnologia. Un lavoro a tempo pieno per imparare a pensare in modo nuovo. Se vi ho raccontato questa vicenda personale è perché mi sono chiesto quanto sarebbe stato importante per voi giovani avvicinarvi alla scienza e alla tecnologia, in un modo che è in costante cambiamento”, ha concluso Angela.
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