Questa è la storia di Pietro Gentili, il rappresentate degli studenti dell’Isis Foresi di Portoferraio che lo scorso 2 aprile a causa della caduta da un muretto alto tre metri, al termine di una serata di festa nella discoteca Decò di Capoliveri, è finito in coma.
Come riportato dal Tirreno, il ragazzo dopo 15 giorni in rianimazione nell’ospedale “Le Scotte” di Siena, si è risvegliato ed è stato trasferito in un altro reparto. Il suo primo pensiero è stato quello di mandare un vocale nella chat degli altri studenti dell’istituto Foresi.
“Ciao a tutti, bimbi – si sente dall’audio –. Mi sono ripreso ora dalla terapia intensiva e quindi sono in un reparto normale. Scusate per questi giorni di assenza. Non ho potuto far nulla, ma non ero in me. Adesso dovrei stare meglio e spero di tornare il prima possibile al Grigolo, a Salita Napoleone e a Concia di Terra. Intanto anche da qui continuo a lavorare, per quello che posso, insieme a tutti gli altri. Grazie davvero. Veramente grazie di tutto. Soprattutto a chi mi è stato vicino, perché non è stato bello”.
Anche la famiglia dello studente ha commentato la bella notizie, infatti in un post su Facebook il padre di Pirtro ha scritto: “Ce l’ha fatta! Ringrazio Dio di avercelo ridato. Penso che siamo stati fortunati. È stato terribile, un incubo diventato realtà. Terrore, angoscia, disperazione. La nostra ragione di vita, nostro figlio. In questi lunghi giorni abbiamo ricevuto tanta solidarietà, centinaia di messaggi di cuoricini che ci hanno dato la forza che ci hanno sostenuto. Abbiamo capito che Pietro non è solo nostro figlio ma che è il bimbo di tanti altri genitori, è il nipotino, è l’amico di tante altre persone. Pietro è vivo grazie al medico del 118 che è stato super, grazie ai medici dell’ospedale di Siena che lo hanno operato e curato e ai tanti infermieri che con grande professionalità e umanità l’hanno assistito. Ma voglio dirlo e voglio crederlo anche grazie alle tante preghiere che in tanti hanno fatto. A lui dicevo durante il suo sonno: ‘Abbiamo solo un piano A: devi lottare, devi svegliarti non hai altra soluzione, ricordati la frase di quel film non può piovere per sempreì. Grazie a Dio abbiamo riavuto nostro figlio”.
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