Il caso della scuola Iqbal Masih di Pioltello che sarà chiusa, come ha deciso nella sua autonomia, il prossimo 10 aprile, giorno della festa di fine Ramadan, il mese sacro per i musulmani, continua a tenere banco. A riflettere sul tema dell’integrazione degli alunni stranieri è stato stavolta il conduttore Fabio Fazio.
Quest’ultimo ha fatto alcune dichiarazioni su Oggi. Ecco le sue parole: “Siamo in una società multietnica e l’inclusione è la sola forma di garanzia per l’intera società che possiamo e dobbiamo perseguire. Inclusione significa rispettare anche e soprattutto le sensibilità altrui, a cominciare dalla fede religiosa. Pare invece che istituire un giorno di chiusura non previsto dal calendario scolastico (che in verità verrà recuperato) sia non contemplato dalle regole. In realtà è una grande lezione quella che l’istituto di Pioltello impartisce a tutti i suoi alunni e a tutti noi: una lezione che insegna in modo concreto il rispetto per gli altri e la conoscenza degli altri. Il che naturalmente prevede reciprocità e quindi un vantaggio per tutti”.
Ed ecco un aneddoto: “Quando andavo alle elementari, ricordo che era festivo l’11 febbraio, data in cui si festeggiavano i Patti lateranensi del 1929 fra Stato e Chiesa, ricorrenza decisamente meno partecipata del Ramadan: questo per dire che le cose e anche le festività cambiano. Sarebbe bello che cambiassero anche i pregiudizi e che si prendesse atto della realtà”.
Mattarella su Pioltello
Anche il Capo dello Stato ha detto la sua sulle polemiche per la decisione presa dal Consiglio d’Istituto della scuola. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era rivolto la vicepreside Maria Rendani, vicepreside della scuola del milanese, nominata due anni fa proprio da Mattarella cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. “Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci – ha detto ai microfoni del TgR Lombardia – perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?”. Quella di fermare le lezioni, aveva ribadito la prof, “è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura”.
Dopo alcuni giorni è arrivata la risposta del Capo dello Stato: “Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla – ha spiega Mattarella – desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo“.
L’opinione dei parroci di Pioltello
Simile anche l’opinione di alcuni esponenti del mondo della Chiesa Cattolica: “Abbiamo una diversità infinita, c’è mondo davanti a noi. Quindi mettersi a fare muro contro muro vorrebbe dire costruire troppi muri, meglio costruire ponti”. È la metafora utilizzata da uno dei tre parroci delle parrocchie di Pioltello che nei giorni passati hanno preso posizione a favore della decisione del Consiglio d’Istituto della scuola.
Nel ribadire che sullo stop alle lezioni del prossimo 10 aprile, ultimo giorno del Ramadan, non vede nulla di male, anzi, il parroco ha aggiunto che “si cerca sempre ciò che unisce, che fa comunione, per creare un tessuto sul territorio. Questo è il lavoro che dobbiamo fare tutti noi che siamo persone pensanti e che vogliamo bene al quartiere di Seggiano”.
Secondo don Andrea, il punto di partenza è l’insegnamento dell’italiano, “che è la base dell’integrazione”. Da questo punto di vista, quindi, la sua posizione non è molto lontana da quella del ministro Giuseppe Valditara, che auspica l’avvio di classi di potenziamento (di italiano e matematica) rivolte ad alunni che non sanno o non comprendono la lingua italiana.
Anche il cantautore ed ex docente Roberto Vecchioni ha parlato del caso Pioltello. Ecco le parole del cantante, che crede che sia stato inutile montare una polemica sulla scuola Iqbal Masih chiusa per un giorno, il 10 aprile, in occasione della festa di fine Ramadan considerando che almeno un terzo degli iscritti in quell’istituto sono di fede musulmana: “Una polemica che non doveva cominciare, una cosa normale, cosa costa fare un giorno di chiusura? È lana caprina, una cattiveria”.