Attualità

Pioltello, scuola chiusa per il Ramadan. Cisl Scuola solidale con il preside, ma il caso non esiste, “tempesta in un bicchiere d’acqua”

“Quella del consiglio di istituto dell’IC di Pioltello è una scelta del tutto legittima, alla luce delle prerogative che le norme assegnano all’autonomia delle istituzioni scolastiche, cui è consentito adattare il calendario scolastico a specifiche esigenze ambientali”.
Lo afferma Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola, che aggiunge: “Ma io la considero, prima di tutto e soprattutto, una scelta giusta e opportuna sul piano educativo, sorretta da motivazioni a mio avviso ineccepibili, ispirate al rispetto reciproco su cui deve fondarsi, in una comunità, il dialogo tra confessioni religiose e tradizioni diverse”.
Entrando nel merito della vicenda Barbacci sottolinea: “Credo che chiunque, considerata la particolare situazione di quella scuola, con una presenza di oltre il 40% di alunni proveniente da famiglie di fede musulmana, la possa ritenere almeno una scelta di buon senso: ma credo, e voglio ripeterlo, che sia qualcosa di più. Una decisione che aiuta la convivenza e la comprensione reciproca in una società multiculturale e multietnica”.

Sulla vicenda il Ministro Valditara aveva già detto che l’autonomia scolastica non può spingersi al di là di certi limiti, perché non può introdurre nuove festività nel calendario scolastico, né in modo diretto né in modo indiretto.

Per la verità la “censura” di Valditara appare poco comprensibile in quanto non sembra che a Pioltello sia stata inserita nel calendario una nuova festività; più semplicemente è stato deciso di sospendere le lezioni in concomitanza con la conclusione del Ramadan.

D’altronde in molte scuole d’Italia si interrompono le lezioni per i più diversi motivi: c’è chi chiude per il Carnevale (festa “pagana” per eccellenza), chi – ancora più prosaicamente – sospende l’attività didattica per consentire qualche giorno di vacanza sulla neve e chi, molto semplicemente, chiude per favorire qualche “ponte” fra giorni di festa ufficiali.
Insomma, non sempre le motivazioni delle scuole sono di elevato spessore pedagogico e didattico, cosa peraltro non richiesta neppure dalle norme nazionali e regionali: per esempio la delibera quadro del 2012 con cui la Regione Lombardia aveva definito in via permanente il calendario scolastico regionale consentiva alle scuole adattamenti del calendario stesso purchè coerenti con il Piano dell’offerta formativa.

Sembra insomma che quella che si è scatenata a Pioltello sia la classica “tempesta in un bicchiere d’acqua” che si sarebbe potuta tranquillamente evitare.

Reginaldo Palermo

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